L’inquinamento atmosferico sarebbe in grado di compromettere l’accoppiamento delle mosche, creando importanti danni agli insetti in generale. Uno studio, nello specifico, andrebbe a chiarire che gli alti livelli di ozono presenti nell’aria sarebbero complici del declino globale di diverse specie di insetti.
L’inquinamento atmosferico può provocare seri danni agli insetti. In particolare l’accoppiamento delle mosche potrebbe essere compromesso dall’ozono presente nell’aria. Secondo uno studio gli alti livelli presenti nell’atmosfera potrebbero causare il declino globale della popolazione di tanti insetti. L’ozono, secondo uno studio recente pubblicato su Nature Communications, andrebbe a distruggere i segnali chimici di accoppiamento, contribuendo all’estinzione di questi animali. Infatti, la comunicazione sessuale degli insetti si basa sui feromoni, sostanze chimiche prodotte da alcuni organismi e liberate nell’ambiente esterno. Questi hanno lo scopo di attirare l’attenzione di esemplari della stessa specie, ma con l’inquinamento questo diventa particolarmente più complicato.
Le mosche e i feromoni dell’accoppiamento
I feromoni sono distintivi per gli esemplari femmine e gli esemplari maschi di una stessa specie. Di conseguenza, la più piccola differenza potrebbe essere particolarmente compromettente per l’accoppiamento. I maschi e le femmine, infatti, si trovano attraverso l’odore specifico che l’inquinamento atmosferico potrebbe alterare. Infatti, la maggior parte dei feromoni degli insetti sono molecole odorose costituite da un doppio legame carbonio-carbonio. Questo legame, però, può essere facilmente distrutto da sostanze come l’ozono. Gli inquinamenti ambientali, oltre a degradare i profumi floreali rendendo i fiori meno odorosi e meno attraenti per gli impollinatori, intaccano la comunicazione sessuale tra gli insetti.
Per arrivare a questa conclusione, il team di scienziati protagonisti dello studio sopracitato avrebbe compiuto esperimenti su esemplari di Drosophila Melanogaster. Gli esemplari maschi sarebbero stati esposti a diverse concentrazioni di ozono e di questi si sarebbero poi misurati i livelli di feromoni prodotti. Queste sostanze sono emesse dagli esemplari maschi di Drosophila per attirare le femmine e allo stesso tempo per distinguersi dagli altri maschi. Durante l’accoppiamento, i feromoni sono trasferiti alle femmine che, in questo modo per almeno due ore, non attirano altri esemplari. L’esposizione ad alti livelli di ozono, però, influisce negativamente sul comportamento delle mosche. Le femmine, infatti, sono meno attratte dai maschi quest’ultimi non riuscendole a distinguere risultano per essere attratti anche da altri maschi.
A quanto pare questo fenomeno si andrebbe ad estendere anche ad altri insetti. I feromoni che contengono legami carbonio-carbonio sono tutti, difatti, facilmente distruttibili dall’ozono. Quindi ad essere compromessa potrebbe essere la comunicazione sessuale di colonie di animali sociali quali api o formiche. In particolare le formiche, durante i loro viaggi di foraggiamento, sono esposte a livelli molto alti di sostanze inquinanti. A questo punto, l’obiettivo dei ricercatori è quello di capire quando e quanto l’esposizione alle sostanze chimiche possa compromettere l’accoppiamento degli insetti. Negli ultimi anni, l’industrializzazione ha fatto aumentare drasticamente gli agenti inquinanti nell’atmosfera e i danni sono per gli esseri umani e gli animali. Dunque se già la crisi climatica ha i suoi effetti sul comportamento di tante specie, oggi è chiaro che anche l’inquinamento porta le sue conseguenze in tal senso. Ridurre le concentrazioni è l’unica soluzione per salvare tante specie dall’estinzione.