Anche nel 2023 torna l’appello di Oipa per salvare gli agnelli. Con la campagna: “Se non mangi l’agnello, la Pasqua è sempre la stessa”, l’Organizzazione Internazionale Protezione Animali, infatti, vuole lanciare un importante messaggio.
Come ogni anno Oipa pensa alla tutela alla salvezza degli agnelli che, a Pasqua, sono destinati a finire in molte tavole. Lo slogan lanciato in occasione della Pasqua 2023 recita: “Anche se non mangi l’agnello, la Pasqua è sempre la stessa. In nome della vera pace, non mangiarlo“. Una campagna che invita a proteggere questi animali e rivoluzionare una tradizione che li vede sfortunati protagonisti. Alla campagna si accompagna un’immagine deliziosa e semplice che ricorda la purezza di questi cuccioli e vuole inoltrare un messaggio che insinui la consapevolezza di quanto possa essere crudele la mercificazione di questi poveri animali.
Salvare l’agnello a Pasqua
Come riporta l’Organizzazione Internazionale Protezione Animali in una nota stampa diffusa, la vita di un cucciolo destinato a essere ucciso dissanguato vale 5,62 euro al chilo. Questo quanto emerge secondo la cifra fissata dall’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea). E ogni anno, nel solo periodo della Pasqua, vengono uccisi oltre 300 mila tra agnelli e capretti così come si evince dagli andamenti riportati dall’Istat. Oipa invita a riflettere su quanto sia veramente necessario mettere in tavola l’agnello a Pasqua. “Sarebbe una festività diversa se non si seguisse questa tradizione crudele? La risposta è evidente: no“. A tal proposito, anche quest’anno l’Organizzazione Internazionale Protezione Animali lancia una campagna, web e social, che invita a diffondere un’immagine deliziosa e un semplice messaggio: “Anche se non mangi l’agnello, la Pasqua è sempre la stessa. In nome della vera pace, non mangiarlo“.
Oipa ricorda che la mercificazione degli agnelli, nelle sue varie fasi, esprime una crudeltà che va contro ogni morale. Questi cuccioli, infatti, sono strappati alle loro madri tra i 20 e i 40 giorni di vita. Sono pesati e issati sulle zampe e poi ammassati e caricati sui camion verso quello che sarà il loro ultimo viaggio. Giunti a destinazione sono sottoposti a pratiche di stordimento che non sempre seguono le norme e talvolta sono uccisi quando sono ancora coscienti. Come rivela Massimo Comparotto, presidente dell’Oipa: “Le immagini diffuse dalle associazioni a tutela degli animali hanno determinato negli ultimi anni una sensibilizzazione e sempre più persone scelgono di non acquistare carne d’agnello“.
La riflessione del presidente dell’Organizzazione Internazionale Protezione Animali si estende a tutti gli animali di allevamento. Creature di cui spesso vi abbiamo riportato racconti strazianti e per cui sono state emanate diverse leggi a tutela. Comparotto osserva: “Noi invitiamo a riflettere anche su quel che accade a tutti gli altri animali d’allevamento che soffrono allo stesso modo. Ma se i carnivori intanto eliminassero l’agnello dalle tavole pasquali sarebbe già il primo passo verso un’alimentazione etica“. Sono tante le alternative alla carne, come ricorda l’associazione. Ricordando, inoltre, che un consumo eccessivo di carne provoca anche degli impatti ambientali molto negativi, Oipa conclude: “Chi di sceglie di non mangiare animali non è complice di un sistema che considera esseri senzienti come meri oggetti di consumo usati e abusati“.