Durante il cambio stagione potrebbe verificarsi l’insorgere di alcune malattie nei gatti. Alcune sono più comuni rispetto ad altre, ma tuttavia è necessario fare attenzione ad ogni comportamento particolare nel micio o ad ogni evidente stato di malessere.
Con il cambio stagione nei gatti potrebbe verificarsi un calo delle difese immunitarie. Questo potrebbe renderli più suscettibili ad alcune malattie, alcune delle quali particolarmente comuni quando si passa da una temperatura ad un’altra o da un ambiente esterno modificato dal subentrare di una nuova stagione. Le patologie che si possono presentare sono di natura virale e/o batterica come, ad esempio, herpesvirus, calicivirus, clamidia, immunodeficienza felina (FIV) e leucemia felina (FELV). Bisogna prestare molta attenzione all’insorgere di sintomi che indicano la presenza di un malanno. Nei casi più gravi, infatti, i gatto potrebbero avere conseguenze anche letali.
Il cambio stagione e le patologie più gravi
A rischiare maggiormente per le conseguenze delle malattie dovute al cambio stagione sono i gatti che vivono all’esterno e che non sono vaccinati. I mici che si trovano fuori dal contesto domestico, specialmente quelli che vivono in colonie, sono più soggetti a contrarre malattie (specialmente se contagiose). È bene sapere, più nello specifico, che patologie come la FIV e la FELV inficiano in maniera piuttosto grave il sistema immunitario. Si tratta di malattie che non si presentano solo nel cambio stagione, ma il mutamento repentino di clima, la muta, l’arrivo della stagione degli accoppiamenti sono tutti fattori che possono generare uno stress delle difese immunitarie. In questi contesti, dunque, i gatti potrebbero essere più soggetti a contrarre patologie e a riacutizzare malattie pregresse.
Volendo fare una stima delle malattie più comuni con il cambio stagione, tuttavia, possiamo indicare senza dubbio la Panleucopenia. Questa patologia è conosciuta anche come gastroenterite infettiva felina ed è, spesso, una malattia che risulta fatale. A rischiare la morte sono sopratutto gli esemplari più giovani e i gattini piccoli. I sintomi individuabili in questo caso sono fiacchezza, diarrea e inappetenza. Una seconda patologia molto diffusa durante il cambio stagione è la Rinotracheite. Questa può essere provocata sia da Herpesvirus che Calicivirus e il sintomo principale è un forte raffreddore. A questo si accompagnano, spesso, febbre, inappetenza e fiacchezza. Importante sapere anche in questo caso che, se non curata in tempo, potrebbe portare alla morte del gatto.
Malattie virali e allergie
Ancora tra le malattie più comuni la Clamidiosi, che si presenta con un forte raffreddore e può essere trasmessa anche all’uomo. La FIP, invece, è una peritonite infettiva provocata da un coronavirus. Questa patologia si può presentare o in forma granulomatosa o una forma essudativa. A seconda del tipo e dell’organo coinvolto i sintomi possono essere diversi. Si possono presentare problemi di natura centrale come convulsioni o atassia. A queste si possono alternare sintomatologie come ascite, ovvero accumulo di liquido nell’addome, oppure accumulo di liquido nel torace. La FIV e la FELV sono due malattie virali che, invece, si trasmettono in genere per via sessuale. Ma il contagio può avvenire anche attraverso la saliva e i morsi. Questo significa che, durante la stagione degli amori in primavera, bisogna prestare particolare attenzione.
Il cambio stagione, inoltre, può essere caratterizzato dalla presenza di parassiti quali zecche, pidocchi e pulci, che possono colpire anche i gatti domestici e che durante i primi caldi tornano in piena attività. In questo periodo si presentano inoltre anche allergie che possono manifestarsi attraverso acne felina, dermatiti o anche congiuntiviti. Sintomi che, proprio come negli esseri umani, si possono aggravare durante il cambio stagione e che, ad esempio, con la fioritura dei primi pollini possono portare anche all’asma felina. In generale, dunque, per prevenire i malanni di stagione nei gatti è importante somministrare ciclicamente degli immunostimolanti. Ovviamente non bisognerà mai agire in maniera autonoma, ma consultare un veterinario che saprà indicare dosi e tempistiche. Infine, indispensabile anche l’antiparassitario.