In Australia ogni anno i cacciatori sono autorizzati ad uccidere milioni di canguri. Gli animalisti insorgono contro questi abbattimenti di massa, chiedendo alle autorità maggiore protezione verso un animale considerato il simbolo di una nazione.
I canguri sono l’immagine e il simbolo dell’Australia, eppure durante la stagione della caccia milioni di esemplari sono abbattuti per ricavarne la carne e altri prodotti. Per il Governo alcune specie di canguro hanno raggiunto popolazioni troppo vaste. Per questo devono essere periodicamente ‘ridimensionate‘, con la giustificazione di proteggere specie autoctone durante i periodi di siccità. Tuttavia, gli animalisti e gli attivisti insorgono contro questo sterminio autorizzato e chiedono di porre fine ad una pratica che, oltre ad essere crudele, sembra nascondere fini commerciali.
Per proteggere i canguri sono nate diverse campagne in Australia. Gli animalisti, a tal proposito, sostengono che su questi animali ci sia un vero e proprio commercio che, seppur autorizzato, non rende giustizia agli animali. I cacciatori, infatti, ricevono una percentuale su ogni chilogrammo di canguro abbattuto. Da ogni esemplare ucciso si ricavano carne, pelle e pellame esportato in circa 70 paesi. Come riporta La Zampa, la Kangaroo Industry Association of Australia (Kiaa), principale associazione del settore commerciale, avrebbe rivelato che ogni anno si crea un giro d’affari di circa 123 milioni di euro. Giusto per fare un esempio, le pelli di canguro per molti anni sono state il materiale privilegiato per produrre tacchetti da calcio di fascia alta. Solo da poche settimane alcuni marchi importanti hanno deciso di procedere verso l’eliminazione graduale della pelle di canguro.
Esiste, inoltre, un disegno di legge che la Camera degli Stati Uniti ha introdotto nel 2021. Questo, nel dettaglio, vieterebbe le importazioni di canguri, ma non è ancora riuscito a passare. Disegni di legge simili, dal 2023, sono arrivati anche da Oregon, New Jersey, Arizona e Connecticut, ma difatti ancora nessuno si è trasformato in legge. Secondo quando riporta sempre La Zampa, pare che le campagne per vietare i prodotti creati dai canguri abbiano generato scompiglio in Australia. Non solo al Governo, ma anche tra gli esperti di fauna selvatica, i quali affermano che l’abbattimento dei canguri sia necessario per prevenire sofferenza negli animali nei periodi in cui scarseggiano acqua e cibo.
Le vastità delle aree in cui si trovano i canguri non permette di fare stime precise. Ma i funzionari statali ogni anno stabiliscono quote annuali per tipi e il numero di esemplari che possono essere uccisi. Questo numero varia da paese a paese. In alcuni Stati non possono superare il 20% e nel Victoria l’abbattimento autorizzato non può superare il 10%. Secondo gli ultimi dati sarebbero 36,5 milioni gli esemplari di canguro e wallaroo presenti nei cinque Stati. E si annuncia che le quote, quest’anno, consentiranno di uccidere circa cinque milioni di animali.
Sono numeri che spaventano e che mettono in allarme gli animalisti, i quali da sempre invitano a procedere con metodi meno cruenti verso le specie alloctone. Ad oggi, infatti, come ha precisato anche Oipa in un comunicato sull’eradicazione dello scoiattolo grigio e dell’ibis sacro in Italia, esistono pratiche che possono tutelare gli animali, evitando stragi di massa. Si auspica che questo sia possibile anche per i canguri australiani.
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