La caccia alla volpe è una tradizione che in Scozia fonda le sue radici ben 252 anni fa. Oggi però il paese dice addio a questa pratica grazie ad una legge introdotta dal parlamento scozzese. Gli organizzatori del Lanarkshire and Renfrewshire Hunt hanno comunicato che l’ultimo evento non ha previsto l’uccisione di nessun animale selvatico.
Dopo 252 anni la Scozia si trova costretta (finalmente) a salutare la tradizionale caccia alla volpe. Descritta come una delle più sanguinose e crudeli attività venatorie. L’addio a questa pratica arriva grazie ad una nuova legge che proibisce di uccidere animali selvatici con l’uso di mute di cani. La legge è entrata in vigore già da fine gennaio 2023. Gli organizzatori della Lanarkshire and Renfrewshire Hunt, che si teneva fra le due contee della scozia centro-occidentale e si presenta come la più grande manifestazione in tal senso, hanno dovuto rinunciare a tale pratica. I membri del club hanno organizzato, difatti, l’ultima battuta lo scorso 4 marzo. Ma hanno tenuto a precisare che nessun animale selvatico è stato ucciso.
Il divieto alla caccia alla volpe rappresenta, senza dubbio, una vittoria per gli animalisti, soprattutto quelli della Ong Glasgow Hunt Sabs. Quest’ultima, infatti, si batteva da anni affinché questa attività venatoria fosse proibita. La legge arriva, inoltre, dopo un’altra decisione importante: la chiusura del Fife Foxhound. Ovvero l’allevamento di segugi che proteggevano i terreni privati dalle volpi. La caccia alla volpe era stata bandita in Scozia già nel 2003 e nel Regno Unito nel 2005 grazie all’Hunting Act. Questo atto, di base, proibisce la caccia a volpi vive, lepri cervi e visoni. Tuttavia, grazie ad un sotterfugio la caccia è proseguita ancora. Infatti, la legge vieta di dare solo “intenzionalmente” la caccia alla volpe, ma se durante lo ‘sport’ la muta trova una volpe e la divora di fatto nessuno è incriminato.
La nuova legge, pertanto, cerca di colmare tali lacune. Con la Hunting with Dogs Bill (la nuova legge) è introdotto un nuovo sistema di licenze che consente di poter disporre di due cani a battuta e di un numero maggiore solo in circostanze limitate. Inoltre è vietata la pratica che prevede di impregnare uno straccio dell’odore della volpe. Interessante notare come, in un paese come la Scozia in cui si parla di una tradizione secolare, si stia cercando di eliminare la caccia alla volpe. In Italia questo non succede. Nel nostro Paese, piuttosto, l’uccisione di massa di animali selvatici sembra essere l’unico rimedio per limitare i presunti danni causati da queste creature.
In particolare le associazioni animaliste sottolineano la barbarie della caccia in tana alla volpe, ancora praticata nonostante i livelli limite di legittimità. In questa pratica le volpi adulte e i cuccioli sono sbranati dai cani che li stanano. Una duplice azione di maltrattamento: da un lato la volpe privata della sua sicurezza nella sua dimora, dall’altro i cani costretti dai cacciatori ad entrare nelle tane e riportare ferite. Siamo ancora convinti che le ‘bestie’ siano gli animali?
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