Sono stati condannati ad una pena esemplare gli uomini protagonisti di un atto di bracconaggio ai danni di una mamma tigre e il suo cucciolo. La sentenza arriva dopo che un gruppo di bracconieri ha sterminato una famiglia di felini all’interno di un parco nazionale.
Un atto di bracconaggio, che non esitiamo dal definire agghiacciante, si è verificato presso il parco nazionale di Thong Pha Phum, nella provincia di Kanchanaburi in Thailandia, ad ovest di Bangkok. Un gruppo di cinque bracconieri avrebbe sterminato una famiglia di tigri ospitate nel parco, uccidendo sia la madre che il cucciolo. A sentenziare la condanna il Tribunale thailandese che avrebbe punito con una dura pena i protagonisti di questa vicenda. Per i giudici, i cinque cacciatori avrebbero infranto le leggi di conservazione uccidendo una specie protetta. Non solo, le parti degli animali sarebbero poi state selezionate per essere vendute al mercato illecito.
La condanna dopo l’atto di bracconaggio
A scoprire il crudele atto di bracconaggio i ranger del parco che avrebbero anche sequestrato alcune parti di uno degli animali uccisi. Come mostrano le foto diffuse dai funzionari, i bracconieri avrebbero esibito i loro macabri ‘trofei’ mostrando le pelli degli animali e le altre parti dei due corpi degli animali uccisi. Per i giudici le ipotesi di difesa sono risultate false. I cacciatori, infatti, avrebbero dichiarato di volersi vendicare dei continui attacchi al bestiame, teoria che non ha convinto in alcun modo il Tribunale. Proprio per questo i protagonisti dell’atto di bracconaggio sono stati condannati a cinque anni di reclusione.
Partendo dal presupposto che il bracconaggio si presenta come una delle peggiori e più crudeli minacce alle specie a rischio, è importante sottolineare ancora una volta che le tigri rischiano fortemente l’estinzione. Come ha chiarito anche il WWF, in natura oggi non esistono più di 5mila esemplari in tutto il mondo. E anche se la popolazione potrebbe risultare in leggero aumento negli ultimi anni, sono appena 200 le tigri che vivono nei parchi nazionali e i santuari in Thailandia. Il bracconaggio è, difatti, una delle minacce più gravi per questi grandi felini ricercati sopratutto nel commercio illecito di parti del loro corpo.
Più leggi severe
Ossa, pelli e altre parti del corpo sono utilizzate per la medicina, definita tradizionale ma con nessuna base scientifica, in Cina e Vietnam ad esempio. Bene precisare che su questi farmaci nei paesi asiatici esistono degli importanti dibattiti che dividono la comunità su pareri opposti. Infatti, ad essere messa in discussione non è solo l’efficacia di questi ‘unguenti miracolosi’ ma anche la loro sicurezza. Tuttavia, al di là del loro potenziale curativo, si tratta di preparazioni che provengono da un traffico illecito, poiché tante di queste basi ‘farmaceutiche’ derivano da animali protetti e a rischio estinzione come le tigri.
Ad oggi, purtroppo, non sono tutti i paesi ad applicare leggi severe sui crimini di bracconaggio e, anche se non si tratta della sola causa, questo fenomeno è sicuramente da elencare tra le principali minacce che hanno ridotto la biodiversità in tutto il mondo. Pene come quelle arrivate dal Tribunale in Thailandia sono esemplari, ma dovrebbero servire da monito per debellare per sempre questa brutta piaga.