In collaborazione, Oipa e Fnovi lanciano una campagna per effettuare i controlli sui microchip di cani e gatti. “Non rischiare di perdere un amico” è il titolo simbolico dell’iniziativa e invita ad effettuare revisioni periodiche sui dispositivi che accompagnano gli animali domestici.
Dotare il proprio animale domestico di un microchip, che sia in grado di rintracciarlo o identificarlo in qualsiasi circostanza, è fondamentale per la sua tutela e la sua sicurezza. Tuttavia, al fine di garantire il corretto funzionamento di tali dispostitivi è necessario procedere a controlli periodici. A tal proposito Oipa e Fnovi hanno lanciato una campagna che invita ad effettuare delle ‘revisioni’ costanti ai microchip dei cani e gatti di casa. La frase-simbolo dell’iniziativa, infatti, recita: “Non rischiare di perdere un amico“, proprio perché il malfunzionamento di un dispositivo potrebbe portare con sé diversi rischi per l’incolumità del pet.
Come si apprende da una nota stampa congiunta, la Federazione Nazionale Ordini Veterinari italiani (Fnovi) e l’Organizzazione Internazionale Protezione Animali (Oipa) lanciano un’inedita campagna per il controllo gratuito del corretto funzionamento del microchip di cani e gatti domestici. Un’iniziativa che s’impegna, contemporaneamente, ad essere sia informativa che operativa. Un progetto che coinvolgerà tutti i medici veterinari, i quali saranno invitati ad esporre il poster della campagna e, di conseguenza, ad effettuare i controlli gratuiti sui microchip dei propri pazienti. Il dispositivo, di cui tutti gli animali domestici dovrebbero essere muniti, permette al pet di tornare in breve tempo a casa qualora si smarrisse. Basterà la sola lettura del microchip.
Il dispositivi è piccolo come un chicco di riso ed è rivestito di materiale biocompatibile. Per essere inserito il veterinario lo inietta sotto la pelle dell’animale, con un’operazione che non risulta per nulla invasiva. Ogni microchip contiene un codice numerico che identifica il pet ed è collegato al proprietario. Questo sarà registrato nella banca dati dell’Anagrafe degli animali d’affezione, con indirizzo e numero di telefono. Un ‘salvavita’ che in caso di smarrimento permetterà all’animale di essere identificato e localizzato. E in questa prospettiva la campagna di Oipa e Fnovi recita, per l’appunto: “Non rischiare di perdere un amico“.
Come spiega nella nota congiunta il Presidente della Fnovi, Gaetano Penocchio: “Il microchip utilizza la tecnologia RFID (Radio Frequency Identification) mediante la quale è possibile rintracciare gli animali da compagnia che si sono persi e risalire al loro proprietario“. Prosegue Penocchio: “La verifica è rapida e indolore ed è un importante gesto di responsabilità che promuoviamo con questa campagna. Come tutti i dispositivi tecnologici, difatti, il microchip può danneggiarsi durante il gioco o a seguito di un trauma. Per evitare ogni malfunzionamento è dunque importante farne verificare il corretto funzionamento dal medico veterinario di fiducia, per esempio in occasione della visita periodica di controllo“.
In ogni caso è fondamentale ricordare che, seppur il microchip è attualmente obbligatorio solo per i cani, i proprietari di gatti e furetti possono, su base volontaria, decidere d’identificare i propri animali attraverso tale dispositivo. Massimo Comparotto, Presidente dell’Oipa spiega: “Cani, gatti e furetti con microchip sono registrati nel database dell’Anagrafe degli animali d’affezione gestita dal Ministero della Salute“. Tuttavia, come tiene a precisare Comparotto: “Dalle cifre della banca dati emerge chiaramente come, a fronte di quasi 14 milioni di cani microchippati, i gatti sono poco più di un milione, senza considerare i furetti, circa 2.400. Poiché per queste due specie non esiste alcun obbligo d’iscrizione alle Anagrafi territoriali. Per questo chiediamo da tempo che anche per gatti e furetti sia introdotto l’obbligo di microchippatura, efficace strumento per combattere il randagismo“.
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