Secondo credenze piuttosto diffuse, la memoria del pesce rosso sarebbe a breve, se non a brevissimo, tempo. Si parla infatti di pochi secondi prima che un ricordo possa scomparire dalla loro mente. In realtà, molti studi hanno dimostrato che questa convinzione è errata, illustrando al contrario grandi abilità mnemoniche di questi animali.
“Avere la memoria corta come un pesce rosso” è un modo di dire piuttosto diffuso. Tuttavia, rispetto a questa convinzione diversi studi sarebbero pronti a ribadire quanto si tratti, in realtà, di una credenza errata senza una reale e comprovata evidenza scientifica. Anche se sono in tanti (e in diversi paesi del mondo) a pensare che i pesci rossi abbiano una memoria che varia dai 2 ai 10 secondi, questi animali hanno ricordi decisamente più lunghi, alcuni dei quali possono arrivare persino ad anni.
Dagli Anni ’50 all’incirca esistono studi sull’intelligenza del pesce rosso. Benché sia ancora parecchio diffusa l’idea che si tratti di animali piuttosto semplici senza molte prerogative nella vita, in realtà non è assolutamente vero. Tenerli in una boccia in cui a malapena riescono a muoversi farebbe pensare che non siano, persino, in grado di provare sofferenza. E anche qui, ovviamente non potrebbe esserci idea più sbagliata. Ma la scienza dimostra, invece, come il cervello di questi animali sia particolarmente sviluppato, tanto da essere usato spesso come modello per lo studio di altri vertebrati acquatici. E in conseguenza a questo, dunque, esistono moltissimi studi che dimostrano come, nella realtà, il pesce rosso abbia non solo un’eccellente memoria, ma anche spiccate capacità di apprendimento.
Come riporta La Zampa la maggior parte di questi studi riguardano il cibo. Dunque, se ad esempio il pesce è nutrito a destra della vasca, imparerà velocemente e si ricorderà di rimanere su quel lato anche quando non è effettivamente nutrito. Ma c’è di più, alcuni pesci hanno dimostrato di essere in grado di spingere delle levette per ottenere il cibo. E di quest’ultima memorizzano, per esempio, il colore. Altri esperimenti hanno dimostrato che il pesce rosso è abile a sfuggire alle reti e a navigare nei labirinti, inoltre diversi esemplari hanno dimostrato, persino, di saper ricordare i volti umani anche dopo lunghi periodi di separazione.
Un’altra scoperta assolutamente affascinante che riguarda il pesce rosso è la sua sopportazione del dolore. Infatti, questi animali hanno una sensazione della sofferenza pari a quella umana, ma non si lamentano. Smettono di mangiare quando si sentono male e vanno in iper-ventilazione. Inoltre, in caso di malori sono in grado di massaggiarsi o di grattarsi in caso di prurito. La loro pelle e molto sensibile e soffrono particolarmente se non maneggiati con cura. Secondo l’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente (AIDAA) si tratta, persino, della specie domestica più maltrattata. A tal proposito, infatti, l’ente avrebbe istituito un vero e proprio Tribunale dei pesci rossi per tutelare i loro diritti.
Insomma, il loro essere particolarmente senzienti non solo dona legittimità alla loro tutela ma contribuisce a valorizzare l’intelligenza di questi animali. Non è facile quantificare la memoria del pesce rosso con intervalli precisi, ma si può dire che alcuni ricordi si protraggono notevolmente nel tempo, come ad esempio l’istinto alla sopravvivenza. Sicuramente ogni ricordo durerà più di tre secondi e trattandosi di animali che possono vivere anche 20 anni la loro memoria si protrae, senza dubbio, nel tempo.
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