Secondo diversi studi il lupo definito ‘alfa’, in quanto capo-branco potente e indiscutibile, non è mai esistito. Quindi piuttosto che di branchi, difatti, sarebbe più opportuno parlare di famiglie. Questo quanto rivelato da alcuni ricercatori in recenti studi.
Secondo l’ideologia e cultura diffusa (e potremmo dire radicata) i lupi sarebbero divisi in branchi, ciascuno dei quali gestiti e ‘governati’ da un potente e ‘spietato’ maschio capo-branco che, per convenzione, è stato sempre identificato come ‘lupo alfa‘. In realtà, questa sarebbe più una credenza che una verità dei fatti scientificamente approvata. A riferirlo alcuni ricercatori che farebbero venire meno il concetto di branchi, in riferimento ai lupi, portando invece in primo piano quello di famiglia.
Importante chiarire che l’idea che i lupi fossero guidati da un maschio alfa deriva da vecchi studi su esemplari in cattività. In realtà, secondo studi più recenti, in natura i branchi sarebbero semplicemente famiglie. Il concetto di ‘alfa’ tuttavia sembra difficile da superare, solo negli ultimi anni molti biologi hanno abbandonato il termine ‘alfa’ e sembra che le ricerche condotte di recente si proiettino sempre verso questa direzione. Azione motivata dal fatto che, in natura, sono state scoperte molte famiglie che venivano erroneamente indicate come branchi. Questo almeno per la maggior parte di gruppi di lupi, dove a guidare gli altri esemplari è una coppia riproduttiva. E i sanguinosi scontri per ottenere il ‘potere’ sono davvero rari. Dunque, quello creduto il ‘lupo alfa’ è un padre di famiglia, come avrebbe spiegato anche David Mech, ricercatore dell’Us Geological Survey.
Lo stesso Mech, per anni, ha utilizzato i termini ‘alfa‘ e ‘beta‘ per descrivere l’ordine gerarchico dei lupi. Ma come spiega il ricercatore questa terminologia è nata a metà del XX sec in riferimento a gruppi di lupi in cattività. Tuttavia, gli esemplari in natura sono molto diversi da quelli nati e/o cresciuti in cattività. Sopratutto quando sono messi insieme esemplari maschi adulti, senza alcuna parentela, si sviluppa una lotta per il potere: una gerarchia di dominanza. Ma come tiene a sottolineare sempre il ricercatore potrebbe trattarsi persino dell’equivalente di ciò che, alle volte, avviene in una “prigione umana“. Dunque, per niente assimilabile al comportamento che assume un lupo in libertà e lasciato solo a sé stesso.
In genere una famiglia di lupi in natura è composta da un lupo maschio riproduttore, una femmina altrettanto riproduttiva e i figli degli ultimi due o tre anni massimo. Ovvero, esemplari che si possono considerare ancora troppo giovani per separarsi dalla famiglia. Bene chiarire che in una famiglia normale le lotte per il dominio sono addirittura bandite. Infatti, l’obiettivo di ogni giovane lupo non è quello di sfidare il padre, ma di dare vita alla propria famiglia in cui egli stesso sarà il capostipite.
In rare occasioni può avvenire che un branco si ingrandisca fino ad arrivare ad un paio di dozzine che formano una grande famiglia allargata. Questo succede soprattutto dove la dispersione è pericolosa. Situazione che non si verifica, per esempio, in Italia dove le popolazioni di lupi sono in aumento ma in zone piuttosto precise. Nel caso in cui la densità è alta i maschi potrebbero contendersi la conquista della seconda femmina riproduttiva che è, in genere, figlia della prima. Ma che due coppie riproduttive si trovino all’interno dello stesso branco è davvero una situazione rarissima.
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