Le uova di squalo hanno una forma tanto particolare quanto riconoscibile se si conoscono alcune informazioni di base. Per questo motivo, è importante sapere come comportarsi nel caso in cui se ne incontri uno (o anche di più) durante una passeggiata in spiaggia.
Quando si parla dello squalo è importante fare delle specificazioni. In fatto di fecondazione, sviluppo delle embrione e nascita, infatti, questi animali si dividono in diverse categorie. A seconda della specie, esistono diverse forme di riproduzione. Esistono gli squali ovipari, ovvero le specie che si riproducono mediante la cova delle uova nell’ambiente circostante. Vi sono poi gli esemplari ovovivipari, chiamati anche aplacentati, che non depongono le uova, ma le custodiscono all’interno del loro corpo, dove si verifica la schiusa. Infine, esistono le specie placentate che sono definite vivipari. In questo ultimo caso, quando terminano le sostanze nutritive all’interno dell’uovo si produce un sistema simile alla placenta, dove il feto si alimenta fino alla nascita. Nel primo caso citato (ovipare) potrebbe accadere che la marea possa portare a riva le uova di questi squali, allora è importante sapere come comportarsi per non fare del male alla creaturina che aspetta di nascere.
Anche se di rado (meno, tuttavia, di quanto possa pensare) lungo le spiagge è possibile trovare degli organismi dalla singolare forma rettangolare: siamo difronte alle uova di squalo. Le correnti e le mareggiate, infatti, potrebbero portare queste uova ad allontanarsi dai fondali fino ad arrivare nelle spiagge. Situazione che se non affrontata con cautela potrebbe risultare pericolosa e letale per i piccoli di squalo. La prima accortezza è sicuramente quella di non schiacciarle, ma provare piuttosto a rimettere questi organismi in acqua. Per riconoscerle basta osservale con attenzione: si tratta di piccole sacche dalla forma rettangolare con quattro protuberanze alle estremità. Non hanno la forma delle uova così come potremmo immaginare, ma al loro interno si sta sviluppando un embrione.
In genere è questa la forma che assumono, difatti, le uova dei pesci cartilaginei e le loro dimensioni possono variare a seconda della specie. In linea di massima la loro grandezza si aggira intono ai cinque centimetri e possono appartenere a diverse famiglie di squalo. Nei nostri mari, in particolare, vivono alcune specie come, ad esempio, il gattuccio della famiglia Scyliorhinidae che depone uova di questo tipo. Le sacche di questa specie ovipara sono soprannominate “borsellino della sirena“, dall’inglese “mermaid’s purse“. Al loro interno l’embrione si sviluppa fin quando la capsula ovipara non si apre del tutto e il piccolo squalo può liberarsi in mare.
Grazie a dei filamenti a forma di spirale le uova di squalo si ancorano ai fondali rocciosi o alle alghe, ma può capitare che si stacchino a causa di forti strattoni, come quelli causati dalle correnti. La conseguenza di questo fenomeno può essere l’avvistamento dell’uovo in spiaggia. In questo caso, allora, così come abbiamo spiegato per le uova di razza, è importante osservarle delicatamente in controluce e capire se sono ancora piene. A quel punto è importantissimo non provare ad aprirle ma rimetterle subito in mare. Solo in questo modo si potrà contribuire a salvare la vita di un piccolo squalo.
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