Secondo uno studio condotto da Efsa-Ecdc, i visoni sembrano essere ancora tra gli esemplari a più alto rischio di contagio da Covid. Una condizione che non arresta lo stato di allarmismo e che genera come conseguenza lo sterminio di milioni di esemplari negli allevamenti.
Come se non bastasse la tortura subita negli allevamenti (ancora legali in diverse parti del mondo) in cui si trovano per la loro pelliccia, i visoni sarebbero ritenuti ancora ad alto rischio di contagio da Coronavirus. Non si contano gli esemplari sterminati durante i mesi più duri di Pandemia, ma la loro sorte non sembra essersi modificata neanche adesso. Anche se l’emergenza sanitaria si è notevolmente attenuata, la preoccupazione dei focolai tra questi animali resta ancora a livelli altissimi. Inoltre, secondo un recente studio condotto, in maniera congiunta, dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), i visoni sarebbero risultati ancora gli animali con la più alta probabilità di essere infettati e trasmettere il virus del Covid.
Risultati che hanno portato come conseguenza quella di un diffuso allarmismo, oltre alle indicazioni di attuare misure preventive e di controllo negli allevamenti di visoni. Tra queste misure, indicate dalle agenzie europee, test frequenti sugli addetti negli allevamenti, che dovrebbero usare mascherine e dispositivi di protezione individuale. Difatti, i fatti di cronaca parlano chiaro e già nel 2020 fu dimostrato come il contagio tra visoni e uomini fosse possibile. Già allora, infatti, milioni di esemplari furono sterminati in diversi paesi del mondo. Oggi, a distanza di circa tre anni, non sembrano siano stati fatti particolari passi avanti per tutelare questa specie già vittima dell’allevamento per pellicce.
Questo non può lasciare indifferente il mondo degli animalisti, ma non solo. Quella che si consuma negli allevamenti è una vera strage. Uno sterminio di animali già sacrificati in spazi angusti, costretti a dover sopportare ogni tipo di supplizio per essere privati del loro morbido pelo. Potremmo definire questo discorso sconfinante dalle lotte animaliste. Perché sembra ‘umanamente’ inaccettabile e impensabile che delle creature senzienti debbano subire ogni forma di sofferenza, deprivate da ogni tipo di diritto, dignità e rispetto. Sappiamo bene tutti le conseguenze che il Covid ha portato su intere popolazioni decimando città, quartieri, paesi. Conseguenze tragiche e drammatiche sulle quali non si vuole e non si può sorvolare. Ma quello che appare imputabile, oggi, è ‘solo’ il fatto che a distanza di tre anni non si siano trovate soluzioni alternative allo sterminio di massa dei visoni.
Strage che presto si verificherà in Danimarca. Il Governo, infatti, avrebbe da poco annunciato che abbatterà milioni di esemplari a causa di una variante mutata del virus che ha contagiato 12 persone nello Jutland del Nord. E dunque, viene da chiedersi quanto ancora i Governi siano disposti a sacrificare gli animali, considerandola l’unica opzione possibile. E questo è un discorso che rivolgiamo anche al nostro Paese ricordando il caso dei focolai diffusi negli stabilimenti oggi in disuso, nei quali però vivono ancora migliaia di visoni a cui non si è cercata una dignitosa sistemazione.
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