Secondo uno studio i maschi delle orche sarebbero persino più ‘mammoni’ di alcuni uomini. Sembrerebbe, infatti, che le madri accudiscano i figli anche da adulti. Cosa che non si verifica con gli esemplari femmine più indipendenti già da giovani.
Secondo diverse indagini svolte su campioni di cittadini italiani è, spesso, emerso che molti uomini siano particolarmente ‘mammoni‘. Ovvero che facciano, in qualche modo, fatica a lasciare la casa di nascita e distaccarsi dai genitori, in particolare la mamma. Ebbene, un recente studio avrebbe dimostrato che i maschi delle orche siano addirittura più ‘mammoni’. Infatti, mentre gli esemplari femmine diventano presto indipendenti, le madri tendono ad accudire i maschi fino all’età adulta. Insomma, pare che per assicurare il benessere della propria prole (maschile) mamma-orca sia disposta a sacrificare anche il proprio successo riproduttivo.
Uno studio pubblicato su Current Biology, difatti, avrebbe dimostrato che i maschi delle orche abbiano bisogno di particolari attenzioni, anche dopo aver raggiunto l’età adulta. E le madri sono disposte a tutto pur di garantire tali attenzioni. I risultati della ricerca provengono dalle osservazioni che si sono svolte nel corso di ben cinquant’anni. Le orche osservate vivono nelle acque dello Stato di Washington e della British Columbia. Al momento, la popolazione oggetto dello studio conta 73 esemplari che sono monitorati costantemente dal 1976 dal Center for Whale Research di Harbor, a Washington.
Dunque la scoperta che i maschi delle orche passino molto tempo ‘vegliati’ dall’ala materna risale a diversi anni fa. Tuttavia, lo studio approfondito ha permesso di capire quanto tempo il figlio resti legato alla madre e quanto questo legame costi a quest’ultima in termini di energie e successo riproduttivo. Inoltre dallo studio è risultato evidente un’asimmetria rispetto al trattamento della prole. Se i maschi sono accuditi, praticamente, per tutta la vita con le madri che si tolgono letteralmente il cibo di bocca, le femmine sono invece lasciate a sé stesse tra i 6 e i 10 anni anni di età.
Secondo quanto emerge dalla ricerca questo trattamento ‘di favore’ riservato agli esemplari maschi è in parte conseguente al fatto che quest’ultimi sono più grossi e meno agili delle femmine. Dunque, a causa della loro stazza, fanno più fatica a catturare le prede e procacciarsi il cibo necessario alla sopravvivenza. Per questo motivo le madri aiutano i figli, per non vedere vanificato il loro “investimento parentale” come suggerisce un articolo pubblicato su Focus. Di contro, le femmine che raggiungono l’età adulta si trasformano in rivali per le loro madri.
Infatti, quando la prole genera a sua volta prole si prodiga affinché i propri figli possano avere il cibo necessario. Se le femmine restano nella colonia, i maschi si riproducono, in genere, fuori dal gruppo e quindi, a differenza delle sorelle, non aggiungono bocche da sfamare alla colonia. Per le madri mantenere i propri figli è costoso sotto diversi punti di vista. Sembra, infatti, che ogni figlio mantenuto dimezzi le possibilità della madre di potersi riprodurre ancora. E se lo studio fa rifermento ad una sola popolazione di orche, non è da escludere che il fenomeno sia diffuso per ogni esemplare esistente al mondo.
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