Secondo una classifica pare esistano razze di cane che sono meno intelligenti rispetto ad altre. Sicuramente questo non troverà d’accordo molti proprietari, che sanno bene quanto le abilità del proprio quattro zampe possano dipendere, relativamente, poco dalla razza di appartenenza.
Chi vive con un cane lo sa bene, non è la razza ad indicare le sue doti. Eppure alcune caratteristiche o abilità possono, in qualche modo, derivare da essa. Questo, almeno, quanto si evince dalla classifica di quattro zampe meno intelligenti stilata dagli scienziati che si sono basati sulle capacità cognitiva degli animali. Lo studio in questione è stato pubblicato su Scientific Reports dai ricercatori dell’Università di Helsinki. Il team di ricerca ha valutato alcuni parametri come il ragionamento logico, la memoria a breve termine, la capacità di problem solving e l’interazione con l’uomo. Il risultato finale è stato che molte le razze si comportavano in base al modo in cui erano state allevate, ma non tutte.
Secondo questa singolare classifica sarebbe emerso che il cane con minor prestazioni cognitive sarebbe Levriero afgano, seguito dal cane africano Basenji e dal Bulldog. Nella top-ten dei quattro zampe meno intelligenti spiccherebbero poi: Chow chow, Levrieri Borzoi, Segugio, Pechinese, Beagle, Mastino e Bassotto. Ovviamente non si tratta di razze poco abili, ma di cani che rispondono meno nei test. In sintesi dunque, potrebbe capitare che alcuni quattro zampe siano particolarmente abili in certe doti e molto meno in altre. Del resto i cani di razza acquisiscono particolari caratteristiche anche in base allo ‘scopo’ per il quale sono stati allevati. Così i cani da caccia saranno perfetti per questo ‘ruolo‘ meno, probabilmente, per altri.
Razze come Border Collie, Australian Shepherd e Corgi sono universalmente considerate particolarmente intelligenti. Questo deriva dalla natura del loro lavoro (da pastore); ed è per questo che, magari, sono estremamente abili nel cogliere le istruzioni date dagli umani, così come prendere decisioni in autonomia. Parlando, ad esempio, dei cani da caccia vi è la convinzione che siano meno intelligenti rispetto ad altri. In realtà questi animali seguono il loro fiuto e sono ‘governati’ da esso. Non guardano in alto, come spiega anche il professor Nicholas Dodman della Cummings School of Veterinary Medicine della Tufts University, ma sempre in basso. Non sono interessati ad ascoltare ma a seguire gli odori, per questo appaiono più difficili da addestrare. Lo stesso si può dire dei Levrieri che, invece, sono portati ad inseguire tutto ciò che si trova in movimento.
Quindi, in definitiva, si potrebbe dire che la ricerca sull’intelligenza dei cani non è perfetta o priva di eccezioni. Non esiste una razza che debba essere considerata meno intelligente in assoluto. Tanto dipende dall’addestramento e dall’interazione con l’essere umano. Inoltre, come vogliono ricordare dall’American Kennel Club, quello che un uomo percepisce come assenza di intelligenza in realtà si potrebbe tradurre in indipendenza, testardaggine o distacco, caratteristiche comuni in molte razze. Quindi così come abbiamo visto per le razze di cane più intelligenti, anche nella variante in negativo non si può procedere per omologazione.
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