Anche i cani invecchiano e possono soffrire di patologie che sono derivate dall’avanzare dell’età. Alcune malattie sono di natura neurologica come la demenza senile. Si tratta di disfunzioni cognitiva (canina) che appare molto simile a quella umana e può presentarsi in una determinata fase della vita.
Gli animali invecchiano proprio come gli esseri umani. Anche se i loro peli non diventano sempre bianchi o grigi, sono tanti altri i modi in cui l’avanzare dell’età si manifesta anche nei cani. Molti quattro zampe iniziano ad essere considerati più anziani verso i 7 anni, per i cani di taglia grande o gigante la soglia di invecchiamento si abbassa a 6 anni. Se, in genere, la vecchiaia porta i cani ad essere più inattivi, in certi casi andare incontro all’avanzare dell’età potrebbe portare all’insorgere di patologie specifiche. Spesso i quattro zampe potrebbero avere malattie neurologiche, tra queste la disfunzione cognitiva canina che può essere paragonata proprio alla demenza senile.
In particolare, questo tipo di patologia si può manifestare dopo i 9 anni. Secondo le stime la disfunzione cognitiva colpisce tra il 14% e il 35% dei cani. Tuttavia, non si può parlare di una prevalenza né, tantomeno, di segnali univoci per tutti gli animali. Secondo un rapporto pubblicato dal Dog Aging Project dell’Università di Washington, circa il 3% di 11.574 cani considerati in salute presentava punteggi diagnostici superiori alla soglia clinica per disfunzione cognitiva (demenza senile canina). A tal proposito, la maggior parte dei veterinari si è trovato concorde nell’affermare che un terzo dei cani hanno un declino dello sviluppo cognitivo, con l’avanzare dell’età, ma non tutti i casi degenerano nella fase patologica sopraindicata.
Sembra che gli esemplari più predisposti alla disfunzione cognitiva siano le femmine. Tuttavia, pare che anche i maschi castrati registrino casi di Cds (disfunzione cognitiva canina) e pare questo si possa assimilare agli ormoni. Questa forma che definiamo simile alla demenza senile, nei quattro zampe si sviluppa prettamente attraverso sette sintomi. Questi sono: disorientamento generale, ovvero vagare senza una vera meta sia in casa che nel cortile ad esempio; fare i bisogni senza controllo, anche dentro casa; mostrare cambiamenti nelle relazioni e nel sonno; memoria più ridotta; meno voglia di giocare, mangiare o attività fisica; e più senso di ansia o irrequietezza. Purtroppo, così come per gli esseri umani, anche per la demenza senile nei cani non esistono dei trattamenti unici e specifici.
Se alcuni veterinari optano per farmaci che possono agire su dopamina e selegilina, è bene precisare che non tutti i quattro zampe riescono a tollerarli. Tanti i cani che presentano effetti collaterali come diarrea, vomito, tremori, prurito e perdita di appetito. Come precisa La Zampa, sarebbe stato dimostrato che le diete ricche di antiossidanti e acidi grassi essenziali possano migliorare la funzione cognitiva e rallentarne quello che è il declino naturale. Tuttavia, il miglior rimedio è un’attività fisica aerobica che previene il declino mentale in generale. Dunque, è bene sapere che anche gli animali invecchiano e che questo può comportare la comparsa di malattie specifiche. Quindi, seguire la crescita del proprio pet e chiedere il consulto di un veterinario è utile a tutelare il benessere dei pelosi di casa.
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