Il caso che ha visto un presunto attacco ai danni di un cane da pastore ha generato l’allarme lupi in Toscana. Tuttavia gli animalisti contestano, anche per l’ipotesi di caccia autorizzata che sembra farsi sempre più concreta.
Ritenuti fino a poco tempo fa una specie protetta, i lupi stanno perdendo via via il loro status. A motivare questo evento un ripopolamento che, per molti, sta prendendo una portata troppo eccessiva e mette a rischio i territori limitrofi alle aree in cui abitano le popolazioni di predatori. Un allarmismo che, in più contesti, gli animalisti hanno cercato di moderare, spiegando (sopratutto dal punto di vista scientifico) il fatto che i lupi, di per sé, non sono naturalmente predisposti a predare l’uomo. Tuttavia, alcuni casi di cronaca hanno generato non poco panico e la demonizzazione nei confronti di questi animali selvatici si sta diffondendo in maniera capillare.
Dopo il recente caso nel quale un allevatore della Toscana avrebbe denunciato un’aggressione ai danni del suo cane procurata da un lupo, l’allarmismo nella Regione si è diffuso in maniera eclatante. Ma come suggerisce l’Ansa, riportando una nota ufficiale diffusa dall’Enpa, l’Ente Nazionale Protezioni Animali avrebbe ammesso di nutrire seri dubbi sulla “verifica delle predazioni denunciate dagli allevatori in Toscana“. Per questo l’Ente invita la Regione a non cedere all’allarmismo, piuttosto a fornire chiarimenti su quelle che sono le procedure osservate.
Scrive l’Enpa, in relazione ad un presunto attacco da parte dei lupi a Pontassieve, in Provincia di Firenze: “Apprendiamo con estrema tristezza che un cane sarebbe morto per salvare un gregge dalla presunta predazione di un lupo. Tuttavia ci chiediamo sulla base di quali dati, oggettivi e verificati, venga lanciato questo ennesimo allarme“. Secondo l’Ente Nazionale Protezione Animali per attribuire la predazione ad un lupo non è sufficiente la lettere inviata da un allevatore al Sindaco.
In questo caso, per accertarsi che l’evento sia reale e ‘premonitore’ di altre situazioni simili, è necessaria una verifica da parte del personale veterinario specializzato e anche una richiesta di analisi genetica sui campioni biologici prelevanti nel luogo dell’accaduto. Come riporta ancora Ansa, a tal proposito Enpa afferma: “Vorremmo sapere se tali verifiche, in questo come negli altri casi simili, siano effettivamente eseguite e secondo quali modalità“. Come sottolineerebbe sempre l’Ente, anche un recente rapporto dell’Ispra avrebbe rivelato che, in merito ai presunti attacchi predatori da parte dei lupi, la regione Toscana non avrebbe saputo indicare con esattezza la specie che ha compiuto la predazione.
“Una circostanza, questa, che secondo l’associazione getta più di un’ombra sull’efficacia e sulla validità dei controlli eseguiti sulle denunce degli allevatori“. Ad oggi, difatti, si può dire che parlare di un’emergenza legata agli animali selvatici, ed in particolare ai lupi, è quantomeno fuorviante. Si tratta di situazioni che possono diffondere terrore tra la popolazione e generare odio e panico verso creature che, di base, non dovrebbero rappresentare un pericolo per l’uomo. Accertare i casi e trovare misure che proteggano le greggi e i cani da pastore, così come i lupi, è sicuramente utile. Ma autorizzare battute di caccia per sterminare gli animali selvatici resta, comunque, una misura che gli animalisti (e non solo) contesteranno sempre.
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