Tra i tessuti più costosi in commercio la lana di vigogna è senza dubbio la più pregiata e lussuosa. A ‘donarla’ è un animale a rischio. Si tratta di esemplari appartenenti alla famiglia dei camelidi, la cui popolazione è stata fortemente decimata.
La lana di vigogna è di origine animale, un tessuto che deriva dalla tosatura della vigogna. Animali che possono colpire per il loro sguardo estremamente docile e che oggi si trovano a rischio a causa di una decimazione della popolazione dovuta ai conquistadores spagnoli. Si tratta dell’animale nazionale in Perù, tanto che la sua immagine si trova nella bandiera, nello stemma e nelle monete peruviane. Queste creature appartengono alla famiglia dei camelidi e sono una sorta di ‘incrocio‘ tra i lama e gli alpaca. Ma il fatto di possedere la lana più calda e pregiata del mondo, è risultato essere per gli animali un vero dramma.
La storia della vigogna
La vigogna si trova sopratutto in Perù, Argentina, Bolivia, Cile ed Ecuador. La loro lana è molto calda e soffice e consente agli animali di ripararsi dal clima andino, spesso, gelido. Si tratta di una lana difficile da recuperare, infatti, allo stato grezzo è venduta anche a più di 300 dollari al chilo. Durante il dominio degli Incas le vigogne erano animali considerati sacri ed era proibito ucciderli. Possedere un indumento creato con la loro lana era esclusivo privilegio dei reali. Con l’arrivo dei conquistadores, però, la scoperta di questa lana così pregiata rappresentò un vero problema per la vigogna. Infatti, piuttosto che tosare gli animali e rilasciarli in natura, i conquistadores iniziarono a cacciare e uccidere le vigogne.
Questo massacro durò per secoli e a metà del ‘900 la popolazione contava meno di 10mila esemplari di vigogne in totale. Nel 1969 l’IUCN iscrisse la vigogna nella lista delle specie a rischio. Nel 1976 a Washington, la CITES (Convenzione internazionale ONU che regola il commercio di animali e piante in pericolo) inserì questi animali nell’Appendice I che raccomanda per una specie il massimo grado di protezione. Tanti i tentativi di tutelare questa specie.
Verso pratiche fur-free
Negli Anni ’60 in Perù è nata la riserva di Pampa Galeras per agevolare il ripopolamento. E nel 1969 fu firmato un accordo tra Bolivia e Perù per la conservazione della specie, cui hanno aderito poi anche Cile e Argentina. Tutte queste azioni hanno portato a tutelare nuovamente gli animali e farne aumentare il numero. Grazie ai risultati raggiunti nel 1987 la CITES ha fatto retrocedere la vigogna nell’Appendice II, che include le specie a rischio di estinzione se il commercio non è controllato. Dal 1994 il commercio di pellicce di vigogne tosate da vive è tornato legale. Tuttavia, la specie deve essere protetta dai bracconieri. Ma oggi l’animale è ancora fortemente a rischio.
La lana di vigogna può essere raccolta solo una volta ogni tre anni. Le comunità indigene delle Ande collaborano con il Governo e le organizzazioni, gli animali sono portati all’interno di recinti, tosati e poi rimessi in libertà. Alcune vigogne sono tenute, infatti, nei corrales, allevamenti dove gli animali arrivano dopo essere stati catturati, per essere tosati. Nonostante la tutela dell’animale pare trovarsi tra le priorità, tuttavia, optare per tessuti che siano fur-free è auspicabile. Del resto, anche diverse case di moda stanno convergendo verso una moda che abbatte l’utilizzo di pellicce e che protegge gli animali da ogni forma di stress e maltrattamento.