L’emendamento alla Legge di Bilancio 2023 ha agitato gli animi di molti enti e associazioni animaliste e ambientaliste. Ma oltre alle proteste discrete e nel pieno rispetto dell’incolumità di tutti, c’è anche chi ha esagerato fortemente inviando persino una lettera di minaccia al capogruppo di Fdi, Tommaso Foti.
Contro le minacce ai danni di Tommaso Foti, primo firmatario dell’emendamento sulla caccia alla Legge di Bilancio 2023, che prevede importanti stravolgimenti sulla gestione faunistica in Italia, si sono schierate molte forze politiche. E tra le parole di solidarietà espresse al capogruppo di Fdi anche quelle del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto. Perché se è vero che la protesta, contro una legge ritenuta contro diversi principi nel rispetto degli animali (e non solo), è legittima, le minacce devono essere sempre ed in ogni contesto stigmatizzate. Del resto è impossibile combattere la violenza (o presunta tale) con altra violenza.
Importante chiarire che sono diverse le associazioni e gli enti animalisti ed ambientalisti che si sono mossi contro l’emendamento firmato dal capogruppo Fdi Tommaso Foti. Il WWF, in una nota pubblicata sul sito ufficiale, ha commentato: “Una pagina vergognosa per la tutela dell’ambiente in Italia“. Sono diversi, infatti, i punti che animalisti e ambientalisti del nostro Paese hanno contestato, considerando l’emendamento persino contro la legge venatoria già esistente. Come specifica ancora il WWF, inoltre, questo emendamento sarebbe stato contestato anche dai rappresentanti delle principali società scientifiche nazionali. Un documento congiunto, in merito, avrebbe evidenziato l’inconsistenza tecnico-scientifica del provvedimento. Insomma, una decisione che non ha tenuto conto dei pareri di esperti.
Difatti, l’emendamento 78.015 consta di due parti. Nella prima si ufficializza il coinvolgimento dei cacciatori nelle operazioni di controllo faunistico. Nella seconda, la più contestata, si consentono: “Le attività di contenimento […] anche nelle zone vietate alla caccia, comprese le aree protette e le aree urbane, nei giorni di silenzio venatorio e nei periodi di divieto“. Tommaso Foti avrebbe dichiarato, in merito al provvedimento: “Si useranno le carabine, ma caricate coi sonniferi. Niente schioppettate nei giardini pubblici o sotto casa“. Ma le associazioni tendono a ribadire che nell’emendamento si parla di abbattimento e che le carabine usate con anestetici dovrebbero essere utilizzate solo da soggetti esperti, dopo controllo veterinario.
In un’altra dichiarazione il capogruppo Foti avrebbe ammesso che: “Il controllo della fauna selvatica continuerà anche a dipendere da Ispra e ministero dell’Ambiente. E i pareri arrivano sempre da tecnici, non da politici“. Ma anche qui arriva una contestazione in cui si afferma, anzi, che l’emendamento prevederebbe l’eliminazione del parere vincolante di Ispra. Tuttavia, al di là delle contestazione lecite da parte di diversi animalisti di cui WWF, Enpa, Oipa e altri enti si sono fatti portavoce, è impossibile giustificare le minacce rivolte al capogruppo di Fdi. Tommaso Foti avrebbe ricevuto, come lui stesso rende noto in un post sul suo profilo Facebook ufficiale, una lettere intimidatoria nella quale si legge: “Brutto bastard*, faremo ai tuoi familiari quello che volete fare agli animali“.
Parole che ovviamente non possono cogliere l’approvazione di chi lotta per i diritti degli animali, ma nel rispetto di tutti. Difatti, come avrebbe risposto il capogruppo di Fdi: “Vogliono talmente bene agli animali che ucciderebbero le persone“. Minacce inaccettabili dunque, contro cui si schiera anche il Presidente del Senato Ignazio La Russa. E diretto arriva anche il messaggio del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto, che ha voluto ribadire, come riporta Ansa: “A una minaccia così spregevole, non c’è miglior risposta di un impegno politico ancor più forte e determinato.L’amore per l’ambiente e per gli animali sarà sempre agli antipodi della violenza, sia essa fisica o verbale. Tutta la mia solidarietà al collega Tommaso Foti e alla sua famiglia“. E, vicini sempre ai diritti degli animali, occorre comunque ribadire che la violenza e le minacce non possono mai essere la migliore soluzione per far sentire le proprie idee.
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