Vivere con un animale domestico può portare a condividere alcuni stati d’animo. Non è raro, infatti, che si verifichi un contagio emotivo. In genere, questo tipo di processo è studiato in esseri viventi della stessa specie, ma non si può escludere che questo ‘trasferimento’ di emozioni avvenga anche tra creature di specie diverse.
Trasmettere la propria gioia o la propria tristezza a qualcuno con cui condividiamo un rapporto particolarmente intenso non è impossibile. Lo stesso, a quanto pare, può accadere anche tra specie diverse. Nello specifico osservare il proprio quattro zampe felice, quando anche il proprietario lo è, o viceversa, vedere un cane triste se il suo proprietario è angosciato non è un’illusione ottica. Infatti, quello che si definisce contagio emotivo, può verificarsi anche tra specie diverse, o quantomeno tra uomo e cane. Sono tanti gli animali che vivono un rapporto simbiotico con i loro umani che si manifesta in quella che, in sostanza, è la forma primaria di empatia.
Scientificamente, il contagio emotivo è la corrispondenza dello stato emotivo di un soggetto con un altro. Ovvero una risposta emotiva immediata al cambiamento cognitivo e comportamentale dell’altro soggetto. Come spiegano diversi esperti, il contagio emotivo può essere importante in quelle specie che hanno bisogno di apprendere velocemente informazioni vitali. Per esempio, diffondere uno stato di paura rispetto ad un pericolo, potrebbe consentire a più membri di un branco di fuggire, senza scontrarsi con la minaccia in sé. Inoltre, il contagio emotivo permette di promuovere i legami e rafforzare le relazioni sociali.
Per questo è fondamentale per individui della stessa specie. Tuttavia, è stato dimostrato esistere anche tra specie diverse, come l’uomo e il cane. l’incontro tra uomo e cane è avvenuto circa 25 mila anni fa. Da allora un processo di co-evoluzione ha permesso di creare non solo un rapporto d’amicizia solido, ma anche di fornire ai cani strumenti comunicativi molto simili a quelli umani. E, con molta probabilità, anche il processo di addomesticamento, da quale deriva anche l’imprinting dei cani verso gli uomini, ha portato i quattro zampe a saper leggere le emozioni umane.
Percorsi evolutivi che si sono intrecciati e sono entrati in relazione nei secoli e hanno permesso che il contagio emotivo si potesse realizzare anche tra uomo e cane (la stessa cosa, per esempio, non succede con i ‘parenti’ più prossimi: le scimmie). Per portare un esempio pratico, alcuni ricercatori hanno studiato l’effetto del pianto umano sui cani. È risultato un aumento dei livelli di cortisolo (ormone dello stress) sia nei cani che nell’uomo; a questo si accompagna un comportamento sottomesso e di allerta nel quattro zampe.
Inoltre è stato dimostrato anche che la personalità del proprietario può avere un effetto significativo sul temperamento del cane. Di conseguenza, potrebbe succedere, in molti casi, che le persone gentili e con bassi livelli di nevrosi e stress, abbiamo animali con meno disturbi comportamentali. Quella tra quattro zampe ed essere umano è una relazione che si costruisce su esperienze condivise e sulla fiducia reciproca. Un livello di empatia che può raggiungere livelli inaspettati e che porta un pet a provare quello che prova il suo umano.
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