C’è una leggenda in India che ha come protagonista la signora dei cieli: l’aquila. Una storia che insegna a non arrendersi ai cambiamenti della vita. Il fascino di una cultura si mescola con la grandiosità di una creatura in grado di dominare e allo stesso tempo di saper affrontare gli ostacoli, uscendo vincitrice.
Dietro ogni credenza o leggenda c’è sempre un qualche velo di verità ed è la stessa verità che desideriamo trovare scoprendo la storia dell’aquila così come è tramandata dagli indiani. Una leggenda che insegna come, spesso, per affrontare i cambiamenti della vita è necessario tanto coraggio e una buona dose di forza volontà. Ingredienti che, se davvero si è pronti e lo si desidera, possono portare ad una rinascita. Non senza dolore, non senza sacrifici, ma con un esito più brillante di quello che si potrebbe immaginare.
La leggenda indiana insegna a trovare le forze per spiccare il volo, così come l’aquila. Si narra che questi maestosi padroni indiscussi dei cieli siano in grado di vivere fino ai 70 anni. In realtà, però, arrivata a quarant’anni ogni aquila si trova a dover affrontare un importante bivio. Una decisione difficile da cui dipenderanno le sorti della sua stessa vita. Raggiunta quell’età, infatti, i suoi artigli sono lunghi e flessibili, e non sono più in grado di afferrare le prede necessarie per nutrirsi e sopravvivere. Inoltre, sempre verso i 40 anni, il becco delle aquile pare si allunghi e inizi ad incurvarsi. E le maestose ali, ormai troppo invecchiate e appesantite dalle penne troppo grosse, puntano contro il petto. A quel punto l’aquila si trova davanti ad una scelta.
Il grande rapace deve decidere se lasciarsi morire o affrontare un processo di rinnovamento e ‘rinascita’ che risulterà, però, particolarmente doloroso. Secondo la leggenda, l’aquila che sceglie la seconda alternativa volerà in cima a una montagna, ritirandosi in un nido inaccessibile e addossato ad una parete rocciosa. Da quel luogo potrà fare ritorno solo con un volo piano e sicuro. Qui, secondo quanto si narra, l’aquila comincerà a sbattere il becco contro la parete fino a staccarlo, affrontando con coraggio tutto il dolore che questa operazione comporta. Solo dopo alcune settimane sarà cresciuto un nuovo becco. Con questo nuovo muso l’animale si strapperà uno per uno gli artigli vecchi, permettendo a quelli nuovi di ricrescere.
Dopo aver completato questa seconda operazione, userà il becco e i nuovi artigli per strapparsi le penne, aspettando poi con pazienza che quelle nuove rinascano. Solo a quel punto l’aquila ‘rinata’ potrà lanciarsi sicura nel volo e tornare a vivere per altri trent’anni. Questa leggenda conserva un significato molto profondo e ci insegna che nella vita di ciascuno arriva un momento, spesso, in cui è necessario cambiare. Ma il cambiamento, si sa, spesso spaventa, altre volte può essere doloroso e comportare dei sacrifici. Ma solo, essendo in grado di affrontare ogni cosa che la vita ci mette davanti possiamo essere in grado di rinascere. Solo trovando la forza di curare il proprio becco ferito e avere la pazienza che le piume rinascano si potrà spiccare il volo.
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