Secondo un luogo comune, i cani di piccola taglia potrebbero risultare più aggressivi di quelli grandi. Come se andassero a compensare con l’indole quello che in realtà manca in dimensioni. Difatti, al di là delle dicerie popolari, sono diversi gli esempi in cui questa circostanza risulta piuttosto veritiera.
“Can che abbaia non morde” è un modo di dire molto diffuso. Si rivolge, spesso, a quei cagnetti che si fanno sentire con i loro latrati, ma che in realtà sono talmente piccoli da non apparire minacciosi. Eppure, secondo una credenza (approvata, da diversi esempi concreti), i cani di piccola taglia possono apparire più aggressivi rispetto ai quattro zampe di taglia media o grande. In pratica, pare che questi ‘piccoletti’ compensino con il carattere e con l’indole quello che gli manca in dimensioni. Dunque, non solo cercano di essere più minacciosi con ringhiate e abbai continui, ma tentino anche con più facilità di mordere.
Secondo quanto confermato anche da uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Applied Animal Behavior Science, i cani di piccola taglia sono anche più reattivi. Se si tratta di esemplari sotto i nove chilogrammi di peso, come Bassotti, Chihuahua e Jack Russell Terrier, sono i più propensi a tentare di mordere. Questo quanto osservato dalle interviste a ben 30 proprietari di quattro zampe. La teoria che trova più approvazione si basa sul fatto che i cani più piccoli siano sempre sulla difensiva e che, nel tentativo di difendersi, appaiono sempre più concitati. In sostanza le razze più piccole sono più aggressive, perché è più probabile che abbiano motivi per avere paura.
Un’altra teoria, invece, sostiene che il comportamento più aggressivo dei cani di piccola taglia dipenda dal comportamento dei loro padroni. In molti casi, infatti, questi quattro zampe dalle dimensioni particolarmente contenute sono trattati come dei bambini piccoli e indifesi. In definitiva, dunque, in questo caso l’uomo è troppo protettivo con i cani di piccola taglia, impedendogli spesso di interagire e socializzare con altri esemplari. Questo non permette agli animali di reagire in maniera corretta davanti a situazioni particolarmente stressanti.
Infine, è bene chiarire che l’aggressività potrebbe appartenere all’evoluzione genetica di una razza specifica. In pratica, l’uomo nel corso dei millenni sarebbe stato più portato ad alleviare i comportamenti aggressivi di un cane grosso (un Alano, ad esempio), che di un piccolo quattro zampe (come un Chihuahua). A supportare quest’ultima teoria alcuni studi che hanno trovato un collegamento tra il gene del fattore crescita e l’aggressività di un cane.
Anche se l’associazione potrebbe essere casuale, i ricercatori hanno dimostrato che i cani di piccola taglia, oltre ad avere maggiore tendenza verso l’aggressività, presentano anche altri comportamenti più estremi. Le razze più piccole, ad esempio, tendono anche a soffrire di ansia da separazione più facilmente, abbaiano più spesso e lasciano più spesso i loro bisogni sparsi per casa. Tuttavia, anche se la genetica potrebbe giocare un ruolo importante nell’indole del cagnolino, non è da escludere che ciascuna componente sopracitata possa avere la sua influenza nel comportamento del cane.
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