Una volpe si reca ogni sera presso il gabbiotto dei Carabinieri presso l’aeroporto di Ciampino. Tuttavia, non possiamo definirla una mascotte, piuttosto il frutto di un errore che troppo spesso le persone commettono, non curanti delle conseguenze delle proprie azioni sugli animali selvatici.
Potrebbe sembrare una storia affascinante, ma in realtà si tratta di una delle conseguenze negative dell’eccessiva urbanizzazione degli animali selvatici. Una volpe, ogni sera, fa visita al gabbiotto dei Carabinieri nei pressi dell’aeroporto di Ciampino, ma non è la mascotte delle Forze dell’Ordine. L’animale, infatti, si reca ogni giorno alla ricerca del cibo, come se non fosse più in grado di procurarselo da sola, o come se fosse ormai troppo abituata ad essere servita. Quello che apparentemente potrebbe apparire come un gesto affettuoso nei confronti di un animale, si può trasformare in vero problema.
Perché la volpe non è una mascotte
La conseguenza dell’eccessiva urbanizzazione degli animali selvatici è, innanzitutto, pericolosa per l’animale stesso. Una creatura, abituata a vivere libera tra gli alberi e le foreste, potrebbe incontrare un triste destino tra le auto che sfrecciano nei centri abitati. Anche se tanti la definiscono una mascotte, la volpe è l’esempio di ciò che l’uomo non dovrebbe mai fare con la fauna selvatica. Sfamare la creatura selvatica è diventata ormai una routine per gli agenti e le persone del posto, ma questo (anche se mosso dalle più nobili intenzioni) non fa bene al cucciolo di volpe. E non fa bene a nessuna creatura selvatica, che apparentemente in difficoltà, si decide di sfamare.
Un animale abituato a vivere tra le persone non saprà più cogliere i pericoli della vita in un centro abitato. Sia i veterinari che le diverse organizzazioni ed enti animalisti, infatti, ribadiscono l’importanza di non dare mai da mangiare ad un animale selvatico. Questo, non solo potrebbe procurare un danno al loro metabolismo, ma potrebbe creare un danno irrimediabile alle loro abitudini. I predatori non sarebbero più in grado di cacciare e si andrebbero a rompere gli equilibri fondamentali delle catene alimentari che sorreggono gli ecosistemi. Ma c’è di più, un animale troppo abituato a tornare, in maniera reiterata, in città potrebbe non essere più in grado di riconoscere i pericoli di quest’azione, anche quanto si addentra in zone più popolose e trafficate.
Una volpe sfamata oggi, potrebbe trasformarsi in una volpe in fin di vita sul ciglio della strada domani. Gli animali selvatici nascono per vivere in natura, con i loro ritmi e le loro abitudini. Se l’uomo interviene in questi equilibri non può che arrecare danni importanti. La piccola volpe, oggi, è un cucciolo che probabilmente non si è mai procacciata del cibo da sola. Ma domani sarà un’adulta e forse non riuscirà più a cacciare. Oggi si fida delle persone e si muove in libertà tra di loro, ma da grande l’uomo potrebbe non essere più tanto confidenziale. Facendo nostre le parole del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, dunque, vorremmo ricordare quanto sia importante rispettare l’etologia degli animali selvatici: “Manteniamo la fauna selvatica… selvatica“.