Sono diversi gli studi che hanno indagato sul comportamento animale. Molti si sono chiesti quanto di una razza possa influire sul carattere di un cane. A tal proposito è bene chiarire che la maggior parte degli atteggiamenti di un quattro zampe dipendono dalla loro genetica.
Anche se per i gatti sembra un discorso più logico, anche i cani hanno mantenuto diversi comportamenti che dipendono dal loro originario istinto naturale. Rispetto ai felini domestici, i quattro zampe hanno perso l’istinto verso la caccia, ad esempio, ma questo non è vero al cento per cento. Infatti, trattandosi di genetica, anche attraverso l’evoluzione, qualcosa rimane a livello biologico. Discorso simile si può fare, dunque, anche rispetto al carattere di un cane, scoprendo quanto questo possa realmente derivare da una determinata razza.
Come rivela la genetista Elaine Ostrander del National Human Genome Research Institute degli Stati Uniti, le razze di cane riconosciute sono circa 350. Ognuna di esse ha una “storia a sé“. Come riporta La Zampa, infatti, la genetista avrebbe spiegato che i cani non possono essere raggruppati “come puoi fare con gli umani“. Per dimostrare quanto detto l’esperta ha sequenziato il corredo genetico di 4mila cani e studiato il comportamento di altri 46mila. Dallo studio pubblicato su Cell si apprende quanto sia stato: “Uno sforzo erculeo districare la complicata genetica tessuta da centinaia di anni di allevamento di cani e catalogare i cambiamenti genetici – molti dei quali coinvolti nel neuro-sviluppo – dietro le caratteristiche comportamentali delle diverse razze“.
Alcune razze, ad esempio, sono influenzate da un maschio che si “è comportato bene” in una mostra canina. Altre razze sono diminuite nel corso di guerre e carestie, perché troppo grandi per essere nutrite. E poi ci sono tutti gli allevamenti in cui i lignaggi canini si sono mescolati per creare determinate caratteristiche o riproporne alcune perse. Anche se non si può dire che la razza di un cane definisca il suo temperamento, è diffusa l’idea di come alcuni tratti caratteriali possano dipendere da essa. Nei Terrier, ad esempio, si nota la tendenza ad esprimere comportamenti predatori o aggressivi rispetto ad altri cani, oppure è riconosciuta nei cani Toy la tendenza ad essere più nervosi.
Ogni generalizzazione, però, risulta superficiale e riduttiva. Del resto, come sostiene anche la genetista Elinor Karlsson della Chan Medical School dell’Università del Massachusetts, la razza non indica, nella sua totalità, il comportamento di un cane. Infatti, quando si adotta un cane di una determinata razza, si possono avere certezza sul suo aspetto, ma non sul suo carattere. Come spiega la dottoressa si tratta piuttosto di “fortuna“.
Ovvero: “Gli esseri umani hanno modellato l’aspetto e il comportamento dei cani da quando i domestici si sono evoluti dai lupi più di 10 mila anni fa. Ma per la maggior parte di quel tempo, questi sforzi si sono concentrati sull’abilità lavorativa dei cani, ad esempio, quanto da bene allevano il bestiame, si proteggono dai pericoli o trainano le slitte“. Le razze sono oggi risultati di diverse ingerenze evolutive ed è impossibile identificare un carattere identico nei cani di una stessa razza. Come conclude la Karlsson, dunque: “Chiunque abbia posseduto otto cani della stessa razza ti dirà che non ce ne era uno con una personalità uguale all’altra“.
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