Si chiama Ciro ed è il dinosauro più importante scoperto in Italia. Oggi, grazie ad una tecnica usata in vulcanologia, sarà possibile conoscerlo meglio. Due scienze (vulcanologia e paleontologia) una a supporto dell’altra per permettere di ampliare la conoscenza sui nostri antenati preistorici.
Ciro è il dinosauro più importante scoperto in Italia. Oggi, grazie ad una tecnologia sviluppata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), sarà possibile studiare e quindi conoscere meglio il nostro antenato preistorico. La collaborazione tra scienza vulcanologica e paleontologica ha l’obiettivo di indagare sull’anatomia e la biologia del fossile scoperto circa 40 anni fa. Lo studio dei resti del dinosauro Ciro sarà poi comparato alla biologia e l’anatomia dei rettili e degli uccelli dei nostri giorni. Questo progetto si basa sul fatto che, benché esistano diverse metodologie, la scienza è di base una. In questo caso, una metodica impiegata nello studio delle rocce vulcaniche sarà ora usata per studiare meglio Ciro.
Il più importante dinosauro scoperto nel nostro Paese presto potrebbe avere meno segreti per noi. Come spiegano dal sito ufficiale dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) lo studio mira a raccogliere sezioni virtuali ad alta risoluzione del fossile Scipionyx samniticus (comunemente conosciuto Ciro) ritrovato circa 40 anni fa a Pietraroja in Campania. Inoltre, attraverso lo studio sarà possibile analizzare con più dettaglio lo scheletro e i tessuti del dinosauro, grazie alla tecnologia 3D. Secondo i ricercatori, questa particolare indagine, permetterà di avere più informazioni sull’anatomia e biologia del dinosauro e poterle comparare con informazioni appartenenti a rettili e uccelli di oggi.
Dopo la sua scoperta avvenuta circa 40 anni fa, nel 1998 Ciro fu riconosciuto dalla comunità scientifica internazionale come uno dei fossili più importanti nella storia della paleontologia. Questo quanto riportato dal sito ufficiale di INGV e dichiarato da Cristiano Dal Sasso, del Museo di Storia Naturale di Milano. Il dinosauro, infatti, ha conquistato la: “Copertina di Nature per l’eccezionale stato di conservazione dei tessuti molli come muscoli e organi interni, incluso l’intestino, che di solito nei fossili non si rinvengono“.
Come spiega, inoltre, Lucia Pappalardo, responsabile del Laboratorio di microtomagrafia dell’Osservatorio Vesuviano: “Attraverso la raccolta di migliaia di sezioni virtuali del fossile a una risoluzione di circa 30microns, si potrà condurre uno studio dettagliato dello scheletro e tessuti molli in 3D. Ciò renderà possibile una vera e propria ‘dissezione virtuale‘ del dinosauro per comprendere appieno la sua anatomia“. In particolare il progetto prevederebbe anche la digitalizzazione in tre dimensioni del fossile tramite scansioni tomografiche computerizzate (microCT scanning). Queste scansioni permetteranno di raccogliere informazioni virtuali anche sulla struttura interna.
Lo studio prevede, inoltre, anche la trasformazione dello scheletro e degli in organi dell’animale preistorico in file tridimensionali. Tale trasformazione consente di ricostruire in vivo la posizione degli organi del dinosauro. Con questa particolare tecnologia sarà possibile anche consentire la manipolazione virtuale e la stampe 3D di queste strutture. Questa particolare indagine, oltre a farci conoscere meglio Ciro, potrebbe permettere di comprendere con più certezza il passaggio evolutivo dai dinosauri ai rettili e agli uccelli moderni.
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