Vietata la vendita dei cosmetici testati sugli animali. Purtroppo, non si tratta di una decisione che coinvolge tutto il mondo, ma della scelta di uno Stato che ha deciso di prendere a cuore la vita di tutte quelle creature costrette a vivere in condizioni disumane all’interno dei laboratori scientifici.
I laboratori in cui sono effettuati test sugli animali sono ancora luoghi di cui diversi settori, specialmente quello medico, non riescono (e in certi casi, vogliono) fare a meno. Nonostante diversi metodi alternativi, proposti anche dagli animalisti e considerati altrettanto attendibili, la sperimentazione è una vera e propria ‘piaga’ che, continuamente, divide gli esperti. Tuttavia, una svolta epocale sta avvenendo nel mondo per quanto concerne la sperimentazione animale al fine di produrre cosmetici. Infatti, portando avanti pratiche cruelty-free è possibile ottenere prodotti di qualità, risparmiando la sofferenza a migliaia di creature che periscono nei laboratori. Infatti, Le immagini di denuncia che arrivano, sempre più spesso, da indagini svolte da associazioni animaliste mostrano una straziante verità, che potrebbe cambiare.
Lo stop alla sperimentazione per i cosmetici
Lo Stato di New York ha portato avanti, negli ultimi giorni, dei risultati storici in materia di tutela degli animali. Dopo, infatti, aver vietato la vendita di cani, gatti e conigli nei negozi a partire dal 2024, oggi ha abolito anche i cosmetici testati sugli animali. La governatrice Kathy Hochul ha firmato una legge che entrerà in vigore dal primo gennaio 2023. In questo modo, New York diventa il decimo paese negli Usa che approva la misura che si oppone alla sperimentazione animale per la produzione di cosmetici. California, Hawaii, Illinois, Louisiana, Maine, Maryland, Nevada, New Jersey e Virginia si aggiungono agli oltre quaranta paesi nel mondo in cui sono messi al bando i prodotti testati sugli animali.
Nei laboratori di questo tipo si trovano sopratutto conigli, topi, ratti e porcellini d’india. Come raccontano di frequente le associazioni animaliste, queste creature sono sottoposte a torture di ogni tipo. Ricevono sostanze chimiche che vengono iniettate, persino, nei loro occhi. Altri ricevono continui sfregamenti su pelle e pelliccia, molti sono costretti ad ingerire cosmetici fino alla morte, proprio per testare la ‘dose letale’. La maggior parte delle cavie, inoltre, alla fine dei ‘trattamenti’ sono uccise, quasi sempre, in maniere che potremmo definire barbare. Supplizi e sofferenze atroci contro le quali gli animali non possono protestare, che sono costretti a subire e che, sopratutto, si potrebbe evitare.
Quello che sconvolge le associazioni animaliste, infatti, è che queste pratiche sono un triste bagaglio che si porta dal passato. Oggi, infatti, si possono ottenere risultati altrettanto attendibili utilizzando procedure e strumenti scientifici che non prevedono in alcun mondo i test sugli animali. E che, giusto per aggiungere un ulteriore tassello, risultano persino meno costosi. Negli Stati Uniti anche alcune delle più grandi aziende del settore cosmetico si sono schierate pubblicamente contro la sperimentazione animale e la speranza, ora, resta che questo principio sia diffuso in ogni parte del mondo. Chiudere questi luoghi di supplizio sarebbe uno dei traguardi più belli che, chi lotta da sempre per la difesa degli animali, potrebbe ottenere.