Polpi, calamari e seppie, specie che appartengono alla famiglia dei cefalopodi, sono noti per un’intelligenza fuori dal comune. Un nuovo studio spiega l’origine di questa singolare dote. Rivelando anche le possibili similitudini che ci sono proprio con la mente umana.
I cefalopodi, famiglia a cui appartengono polpi, seppie e calamari, sono animali particolarmente intelligenti. Si tratta di una consapevolezza abbastanza diffusa che, oggi, viene confermata anche da un ulteriore studio che indaga sui punti in comune, persino, con la mente umana. A condurre la ricerca un team di studiosi dell’istituto tedesco Max Delbrück Center e del Dartmouth College statunitense che hanno pubblicato i loro risultati sulla rivista scientifica Science Advances.
I ricercatori si sono interrogati sugli aspetti che rendono questi molluschi marini cosi intelligenti, avanzando ipotesi concrete sulla natura di questa singolare ‘genialità’. Innanzitutto è bene chiarire che polpi, calamari e seppie hanno un sistema nervoso molto complesso ed esso si è evoluto in maniera indipendente rispetto a quello dei vertebrati. Nel corso dell’evoluzione, infatti, tutti i vertebrati e in particolari i nostri parenti più prossimi (i primati) hanno sviluppato un sistema celebrale molto elaborato, con capacità cognitive precise e differenti. Lo stesso non si può dire degli invertebrati, ad eccezion fatta, però, per i cefalopodi. Lo studio dell’istituto tedesco Max Delbrück Center e del Dartmouth College statunitense ha indagato proprio su questo percorso evolutivo.
Come spiegano i ricercatori, il tessuto neurale dei cefalopodi sarebbe dotato di un articolato repertorio genetico di microRNA o miRNA in espansione. Aspetti che li rendono più simili ai vertebrati di quanto si possa immaginare. I microRNA, nello specifico, sarebbero legati ad un sistema evolutivo celebrale molto complesso. A detta degli studiosi, dunque, questo spiegherebbe perché i polpi, le seppie e i calamari siano dotati di questa particolare intelligenza. In particolare, nei polpi gli esperti hanno identificato un totale di 164 geni microRNA raggruppati in 138 famiglie nella specie Octopus vulgaris e 162 geni di microRNA raggruppati nelle stesse 138 famiglie nell’Octopus bimaculoides.
In sostanza sembra che il numero totale di famiglie di miRNA presenti nel genoma del polpo possa essere paragonato a quello che si trova in alcuni vertebrati. Inoltre, come tengono a precisare anche gli studiosi si tratterebbe della terza più grande espansione delle famiglie di microRNA presenti nel mondo animale. La più grande in assoluto se si considerano solo le famiglie di invertebrati. Come ha dichiarato Grygoriy Zolotarov, autore principale dello studio: “Per darvi un’idea delle dimensioni, le ostriche, che sono anch’esse molluschi, hanno acquisito solo cinque nuove famiglie di microRNA dagli ultimi antenati che condividevano con i polpi, mentre i polpi 90“.
Questi intelligentissimi animali, così come gli altri cefalopodi, hanno acquisito dunque funzioni cerebrali che li rendono davvero unici. Per riportare un esempio, curioso e allo stesso tempo esplicativo rispetto a questa grande capacità intellettiva, possiamo fare riferimento ad un altro studio sui polpi. Questo, nello specifico, analizza il comportamento delle femmine ed ha individuato in quest’ultime un singolare atteggiamento nei confronti degli esemplari maschi che risultano troppo invadenti: lanciare oggetti addosso per farli allontanare.
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