Da anni la legge vieta di mutilare i cani per capricci estetici. Tagliare orecchie o coda ai quattro zampe è, difatti, un reato. Si tratta di maltrattamento punito dall’Art. 544 ter del Codice Penale, come sottolinea anche Oipa attraverso un comunicato ufficiale.
Praticare mutilazioni ai cani per fini estetici è un reato, così specifica anche Oipa in una nota ufficiale, dove chiarisce cosa prevede l’Art. 544 ter del Codice Penale in merito a questa forma di maltrattamento. Tagliare orecchie (conchectomia) o coda (caudotomia) è punito severamente, ormai, da diversi anni.
Sul comunicato Oipa si legge che per la Convenzione Europea di Strasburgo del 13 novembre 1987, recepita in Italia la legge n. 201/2010, è vietato sottoporre i cani a interventi chirurgici destinati a modificare l’aspetto di un animale o per altri scopi che non siano curativi. In caso di trasgressione scatta la responsabilità penale.
Maltrattamenti e reati verso cani
In merito a questo reato penale l’Organizzazione Internazionale Protezione Animali è intervenuta per sottolineare, ancora una volta, a cosa va incontro chiunque maltratti un animale. Previsti, infatti, fino a 18 mesi di reclusione o una multa fino a 30mila euro. A subire le condanne e le denunce, non solo i proprietari dei cani, ma anche il veterinario che ha operato l’animale. Il medico veterinario, a tal proposito, può essere responsabile anche solo in caso di emissione di certificati falsi. In una nota ufficiale, Claudia Taccani, responsabile dello Sportello Legale dell’Oipa ha specificato: “Vi è una sola deroga al divieto – chiarisce l’avvocato – Solo se un veterinario certifica che l’intervento del taglio della coda o delle orecchie sia necessario per ragioni di salute del cane è possibile procedere“.
Oipa da alcuni anni monitora tale pratica illegale nell’ambito dell’operazione dell‘Oipa Dirty Beauty (Bellezza sporca). Si tratta di una forma di maltrattamento purtroppo ancora diffuso in tutta Italia soprattutto nell’ambiente delle fiere e delle esposizioni canine, hanno condotto a giudizio diversi possessori di cani e anche veterinari per avere emesso false certificazioni. “Anche diversi Regolamenti comunali per la tutela del benessere animale prevedono il divieto esplicito di effettuare interventi chirurgici a scopo estetico, con tanto di sanzioni pecuniarie salate in caso di trasgressione“, aggiunge l’avvocato Taccani dell’Oipa. “Per esempio – chiarisce ancora il legale – il Regolamento del Comune di Roma prevede che è vietato tagliare o modificare code o orecchie di animali domestici, tagliare la prima falange del dito dei gatti ovvero operare la devocalizzazione. Queste norme, nazionali e locali, possono sconfiggere la consuetudine che impone, per alcune razze, il taglio di orecchie e coda al fine di rendere il cane più bello o più ‘cattivo’ agli occhi altrui“.