Se ne parla poco o niente, eppure la condizione delle quaglie negli allevamenti italiani è davvero a limite. A rivelarlo un’inchiesta sotto copertura ad opera dell’associazione animalista Essere Animali e diffusa dalla coalizione End the Cage Age.
Le loro uova sono ricercatissime anche dagli chef della più alta cucina, eppure nessuno parla delle condizioni in cui vivono moltissime quaglie in tanti degli allevamenti italiani. Si tratta di situazioni drammatiche, con animali costretti a vivere in gabbie sovraffollate e che per lo stress arrivano fino all’autolesionismo.
Queste le condizioni descritte dall’associazione Essere Animali che ha condotto un’inchiesta sotto copertura in due allevamenti italiani. Le notizie, diffuse poi dalla coalizione End the Cage Age, mostrano storie a limite dove si assiste a diverse forme di maltrattamento.
Tante le quaglie che tentano di fuggire da quelle gabbie da incubo e che rischiano costantemente di ferirsi in maniera grave. Dall’inchiesta emerge che in ogni gabbia, lunga circa un metro e larga la metà, sono ammassati circa 50 esemplari. Questo significa che, da adulti, lo spazio vitale è praticamente inesistente. La conseguenza di tutto questo è un forte stress e un calo importante delle difese immunitari che porta a contrarre malattie in maniera più rapida. Come tendono a precisare dall’associazione, queste situazioni drammatiche non riguardano solo il benessere degli animali. Infatti, la continua somministrazione di antibiotici fa sì che si aumenti il rischio che patogeni, pericolosi anche per l’uomo, possano sviluppare resistenze ad antibiotici usati nella medicina umana.
La condizione drammatica degli allevamenti intensivi di quaglie limita ogni loro diritto. Oltre a non essere liberi di volare o razzolare, queste circostanze disumane portano gli esemplari a fenomeni di aggressività e autolesionismo. Sono frequenti, infatti, gli episodi in cui si beccano o si strappano le piume a vicenda. Come se non bastassero gli spazi angusti a rendere la vita di questi animali invivibile, anche la pavimentazione in rete metallica è un serio pericolo. Quest’ultima, infatti, è in grado di causare malformazioni e ferite, oltre a trasformarsi in una trappola per i pulcini dalle zampe piccole. Come riporta il sito GreenMe, la coalizione End the Cage Age rivela che gli allevamenti di quaglie in Italia sono strutture di grandi dimensioni, dalle quali provengono carne e uova.
“Non si tratta di piccole aziende familiari, gli allevamenti di quaglie sono sistemi intensivi dove gli animali vengono rinchiusi in condizioni drammatiche. È vergognoso che in Europa simili metodi di allevamento siano ancora consentiti“. Nell’Unione Europea, difatti, non esiste ancora una legislazione che tuteli questa specie. Ma, come è oggi noto, a giugno del 2021 la Commissione Europea si è impegnata a vietare definitivamente l’uso delle gabbie negli allevamenti entro il 2027. Ed entro il 2023 verrà presentata una proposta legislativa per avviare la transizione e la graduale dismissione. Si spera, dunque, che questo traguardo possa migliorare la vita di tutti gli animali detenuti negli allevamenti, quaglie comprese.
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