Tigri sempre più in pericolo: aumentano i sequestri

Le tigri nel mondo sembrano diminuire a vista d’occhio. Nonostante gli sforzi per la conservazione di tutte le specie, gli esemplari sono in netta diminuzione in diversi paesi asiatici. Questo quanto si evince dall’ultimo rapporto di Traffic.

Come rivelato dall’organismo di vigilanza del commercio di animali selvatici (Traffic) il numero di tigri sembra diminuire in maniera preoccupante. Gli sforzi di conservazione sembrano non sopperire ai fenomeni di bracconaggio, di commercio illegale e distruzione degli habitat.

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Nonostante gli sforzi di conservazione per le specie a rischio estinzione abbiano stabilizzato le popolazioni di tigri in alcune aree, i sequestri di questi animali (anche in merito al commercio di loro parti) non sembrano attenuarsi.

Tigri a rischio sopravvivenza

Le tigri continuano ad essere fortemente a rischio, questo dato allarmante emerge dall’ultimo rapporto di Traffic. Oggi la popolazione di questi maestosi felini è limitata a tredici paesi e molti di essi si trovano nel sud-est asiatico. Luogo protagonista di traffico illegale di animali selvatici anche per ricavarne prodotti utilizzati nella medicina tradizionale. Il rapporto dell’organismo di vigilanza del commercio di animali selvatici rivela che Indonesia, Thailandia e Russia hanno fatto registrare un aumento importante di sequestri solo nei primi sei mesi del 2022. Nello specifico Traffic avrebbe rivelato che in Indonesia, dove si trova la tigre di Sumatra, si sarebbero registrati 18 sequestri tra gennaio e luglio del 2022, rispetto ai 16 totali del 2021. Nell’ultimo ventennio, tigri (sia vive che, purtroppo, morte) sarebbero state sequestrate in oltre 50 paesi del mondo, per un totale di 3.377 fino ad oggi.

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Rivela ancora il report che in Vietnam, ad esempio, ci sarebbe un aumento dei sequestri del 185%. Insomma, dati più che allarmanti che fanno temere per la sopravvivenza di una specie già fortemente a rischio estinzione. Con molta probabilità, gli esemplari provengono da strutture di prigionia dove erano detenute anche per il commercio alimentare. Dal rapporto emerge, dunque, un appello rivolto soprattutto ai paesi aderenti alla Cites. Quest’ultimo un trattato delle Nazioni Unite volto a regolamentare il commercio internazionale di animali selvatici e a impedire anche che le tigri, tenute in cattività, entrino nel commercio illegale. Come riporta La Zampa, Kanitha Krishnasamy, coautrice del rapporto e direttore di Traffic nel sud-est asiatico, avrebbe dichiarato: “A meno che non vogliamo vedere le tigri selvatiche spazzate via nella nostra vita, le azioni immediate e limitate nel tempo devono essere una priorità“. Infatti, per supportare gli sforzi di conservazione, è importante che tutti i paesi diano il loro fondamentale contributo.

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