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Alitosi nel cane: consigli per evitare e risolvere il problema

Diffusa soprattutto nei quattro zampe di piccola taglia, l’alitosi è un problema che può interessare molti cani. A tal proposito MyLav fornisce alcuni consigli utili per prevenire o risolvere questo disturbo.

L’alitosi interessa soprattutto cani di piccola taglia come Barboncini, Chihuahua, Yorkshire, Bassotti, ma non solo. A fronte di questa situazione il laboratorio MyLav fornisce alcuni rimedi per prevenire il problema, ma anche per curarlo qualora sia presente nei quattro zampe.

I consigli sono forniti dalla Dott.ssa Ingrid Tundo, medico veterinario ed esperta MyLav. Quest’ultimo il laboratorio di analisi veterinarie che, grazie ad un team di professionisti, si prende cura della salute degli animali da compagnia fornendo servizi e consulenza ai medici veterinari.

Cause e conseguenze dell’alitosi: come agire

In molte circostanze può capitare di sentire che l’alito del nostro cane emani un odore non piacevole. L’alitosi è, tuttavia, un problema che non può essere risolto solo con una corretta alimentazione. A seconda della causa che genera il disturbo nell’animale, è necessaria una buona igiene orale, oltre che periodici controlli veterinari. La Dottoressa Tundo ha analizzato a fondo questo problema, mettendo in luce cause, conseguenze e possibili soluzioni. Innanzitutto è necessario chiarire che l’alitosi può avere diverse cause; ma la principale è la scarsa igiene orale. Infatti, quest’ultima genera la proliferazione di batteri, causa del cattivo odore. In altre circostanze, l’alito cattivo può derivare anche da patologie più serie che coinvolgono l’apparato gastrointestinale, il fegato o i reni.

Se l’alitosi è generata dalla scarsa igiene orale, sono i batteri che costituiscono la placca dentale. Questi microrganismi patogeni sono i responsabili della produzione di composti volatili a base di zolfo, da cui dipende quell’odore caratteristico dell’alito cattivo. In questo caso è necessario spazzolare bene i denti e garantire una visita periodica che si occupi anche di osservare il cavo orale del cane. Il cibo può essere un ottimo alleato contro l’alitosi, ma sarà la prevenzione a fare sempre la differenza. Come sottolinea il comunicato di MyLav, in commercio ci sono cibi formulati proprio per ridurre la quantità di tartaro sui denti e cibi, come l’alimentazione secca, che aiutano a mantenere una buona igiene orale. Esistono, inoltre, degli snack – scientificamente testati per aumentare l’igiene orale – che possono essere un alleato nel trattare la problematica, ma non possono essere considerati risolutivi.

È bene chiarire come sottolinea la Dottoressa Tundo che: “Cani e gatti sono molto bravi a non mostrare il mal di denti. Se l’animale ha più di 3 anni ci sono il 70% di probabilità che almeno un dente sia affetto da una patologia orale. Per questo motivo un esame intraorale e radiografico completo sono essenziali per avere una chiara idea se la bocca del proprio animale è sana. Se il vostro medico veterinario di fiducia non possiede un radiologico per radiografie intraorali potete farvi riferire da un dentista veterinario“. Importante sapere, in conclusione, che oltre all’odore cattivo, l’alitosi può impattare negativamente sulla salute complessiva dell’animale, esponendolo al rischio di patologie gravi. Quindi è fondamentale non sottovalutare mai il problema.

Francesca Perrone

Cultura, Ambiente & Pets Messinese trasferita a Roma per gli studi prima in Scienze della Comunicazione Sociale presso l'Università Pontificia Salesiana, con una tesi su "Coco Chanel e la rivoluzione negli abiti femminili", poi per la specializzazione in Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo alla Sapienza. Collabora con l'Agenzia ErregiMedia, curando rassegne stampa nel settore dei rally e dell'automobilismo. La sue passioni più grandi sono la scrittura, la moda e la cultura. Responsabile dei blog di VelvetMAG: VelvetPets (www.velvetpets.it) sulle curiosità del mondo animale e di BIOPIANETA (www.biopianeta.it) sui temi della tutela dell'ambiente e della sostenibilità.

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