Il caso dei mufloni del Giglio ha scosso diversi animi, non solo quelli degli animalisti, ma anche quelli di turisti e residenti che si sono mostrati contro la mattanza di animali sull’isola. Diversi gli atti di protesta e mobilitazione e anche l’Oipa torna a rivolgere un appello, questa volta direttamente alla Regione Toscana.
La richiesta da parte di associazioni animaliste, ma anche di cittadini e turisti apertamente schierati contro la mattanza di mufloni all’Isola del Giglio, è quella di sospendere le battute di caccia. Gli esemplari, introdotti nell’arcipelago toscano da circa 70 anni, sarebbero considerati, oggi, un pericolo per le popolazioni autoctone e le colture, ma i residenti negano i danni alle coltivazioni.
Schiere di cacciatori hanno invaso l’isola della Toscana, dopo il provvedimento che autorizzava l’abbattimento dei mufloni. Ma oggi questo massacro autorizzato sembra aver sterminato la maggior parte degli esemplari, accanendosi anche contro cuccioli e femmine in gravidanza. Oipa si fa portavoce del pensiero di tanti e chiede alla Regione Toscana di fermare questa mattanza.
Come rivela una nota lanciata da Oipa, L’Organizzazione Internazionale Protezione Animali (Oipa) lancia un mailbombing contro la caccia ai mufloni dell’Isola del Giglio. Una protesta che chiunque può sottoscrivere e che sarà, direttamente, inoltrata alle autorità coinvolte nella decisione di aprire la caccia a questo animale se avvistato fuori dal Parco dell’Arcipelago Toscano. Oipa chiede alla Regione Toscana e all’Ente Parco dell’Arcipelago toscano di sospendere immediatamente il massacro di mufloni che sta avvenendo in piena crisi ambientale e di fronte a soluzioni alternative valide e non cruente. Come si legge nella nota di Oipa: “Non è pensabile che, ancora oggi, si ricorra alle armi e a una carneficina che non risparmia nemmeno le femmine gravide e i cuccioli“.
Massimo Comparotto, Presidente dell’Organizzazione spiega: “Una politica lungimirante, anche nell’interesse economico dell’isola, dovrebbe fare il possibile per individuare degli strumenti capaci di tutelare la vita degli animali nell’ottica di una convivenza pacifica con la nostra specie“. Inoltre il Presidente Oipa tiene a sottolineare che ad essere contrari a questo massacro non solo gli attivisti, ma anche studiosi ed esperti del settore. Così come la maggioranza degli isolani, dei turisti e degli agricoltori che: “Riuniti nel comitato Save Giglio, smentiscono l’esistenza di danni alle colture causati dai mufloni. Come invece si vorrebbe far credere per giustificare la mattanza“.
I mufloni del Giglio sono ormai diventati un caso da quando l’Ente Parco dell’Arcipelago Toscano ha deciso di eradicare questa specie in quanto considerata “aliena e invasiva“. Ignorando, secondo quanto sottolineato da Oipa, che un’importante scoperta pubblicata dalla rivista scientifica internazionale Diversity, ha attestato come i mufloni del Giglio custodiscano un Dna ancestrale ormai perso nella popolazione sorgente sarda. Dunque una specie che meriterebbe alta priorità di conservazione e non l’estinzione autorizzata.
Scrive Oipa: “Introdotto nell’isola negli anni ’50 nell’ambito di un progetto di tutela della specie dall’estinzione e per consentire il ripopolamento di riserve e parchi in tutta Italia, il muflone del Giglio è rimasto geneticamente puro data l’assenza sull’isola di greggi di pecore che, invece, popolano abbondantemente la Sardegna, la Corsica e Cipro, dove i loro simili sono invece protetti“. In sostanza, dunque, i mufloni del Giglio sarebbero gli ultimi del loro genere e abbatterli vorrebbe dire annientare per sempre una popolazione. A questo fa appello Oipa che chiede di rispettare la biodiversità e la tutela di questi animali.
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