La storia di Peggy è originale. Mostra lo spirito ‘ecologista’ di questo maiale, che raccoglie i rifiuti e il cibo lasciato o avanzato dai turisti.
Peggy è conosciuta al rifugio Forcella del Pordoi come il maiale che raccoglie il cibo e i rifiuti lasciati dai turisti. Diventata una star, l’animale, pur essendo a suo agio ormai tra le persone, non si lascia mai distrarre dal suo compito.
Potremmo definirla una sorta di ‘spazzina‘ che ripulisce quello che altrimenti andrebbe accumulandosi in scarti non riutilizzabili. In tanti hanno fatto segnalazioni anonime ritenendo che, in qualche modo, l’animale possa non vivere in condizioni idonee al suo status. Ma a garantire sulla sua salute anche i veterinari.
La storia originale del maiale Peggy
Graziano Spinel, che da anni porta Peggy ad alta quota quando è ora di aprire il rifugio, rassicura sul fatto che il maiale gode di ottima salute. A sostenerlo anche i veterinari dell’azienda sanitaria che, in più situazioni e a seguito di diverse segnalazioni, hanno visitato questo animali ecologista. La scrofa passa il suo tempo in uno degli ambienti più incontaminati del Trentino. Tra le passeggiate nelle Dolomiti e il riposo notturno in una ‘casa’ costruita a posta per lei dietro al rifugio Peggy non sembra mostrare rimostranze al suo stile di vita. Come si legge su La Zampa, Graziano Spinel ha spiegato: “È un’amica e una collaboratrice fidata. Senza di lei dovrei portare a valle, a spalla, tutti gli scarti di cibo che il rifugio produce ogni giorno. Bucce di patate e mele, polenta avanzata, verdure“.
Si tratta, come chiarisce Spinel, di moltissimi chili di rifiuti che si trasformano in alimento a chilometro zero per il maiale. Il responsabile del rifugio, per rispondere a chiunque si domandi se questa alimentazione sia salutare per Peggy, afferma che tutti i prodotti del rifugio provengono da aziende agricole del luogo; non esistono cibi confezionati o privi di certificazione. Insomma, una vera dieta di lusso per il maiale, se osservata da questo punto di vista. Tuttavia, sono in tanti a sostenere che la presenza di Peggy sia un espediente per attirare i turisti. Ma Spinel tiene a precisare che non tratta Peggy come un “fenomeno da baraccone” e che, prima ancora che i turisti iniziassero a fotografarla, la scrofa saliva ad inizio stagione, per scendere dal rifugio a stagione terminata. Conclude Graziano Spinel: “È un animale che vive una vita degna di essere vissuta“.