Domenica 25 settembre gli elettori in Svizzera hanno preso una decisione in merito agli allevamenti intensivi. Dal referendum il dato emerso delude le associazioni animaliste che si erano espresse per l’emissione di divieti totali e definitivi.
Domenica 25 settembre in Svizzera gli elettori sono stati chiamati, tramite il voto di un referendum, a decidere se vietare o meno gli allevamenti intensivi. La proposta era nata con l’obiettivo di rendere un requisito costituzionale la tutela di tutti gli animali.
Il referendum aveva lo scopo di chiedere al Governo di stabilire regole più severe a sostegno di pulcini, ma anche ovini e bovini che sono costretti a vivere in luoghi angusti. Partendo dal caso dei pulcini maschi vittime di veri e propri massacri negli allevamenti, il desiderio era di donare agli animali (anche se destinati al macello) una vita più dignitosa.
L’esito del referendum sugli allevamenti intensivi
Un sondaggio in questo mese aveva rivelato che i sostenitori delle misure per tutelare gli animali erano avanti rispetto ai detrattori. Gli oppositori, però, hanno guadagnato terreno. Difatti, secondo quando emerso dal referendum che si è svolto in Svizzera lo scorso 25 settembre, gli elettori avrebbero respinto la proposta di vietare gli allevamenti intensivi. Una grande delusione per le associazioni animaliste che speravano di poter ottenere una vittoria in merito alla salvaguardia di tutti gli animali, specialmente quelli più indifesi. Ha fatto discutere, infatti, la condizione dei pulcini maschi negli allevamenti intensivi nei quali sono trattati alla stregua di oggetti, maltrattati e uccisi in maniera atroce.
Ma nonostante la consapevolezza di questa situazione, il referendum in Svizzera non ha ottenuto i risultati sperati. Così pulcini, ma anche ovini, bovini e suini saranno ancora costretti a sopportare sofferenze gratuite. Purtroppo, al momento, la situazione degli allevamenti intensivi potrebbe non cambiare. Come anticipato, la proposta richiedeva al Governo di stabilire regole più rigide per il bene degli animali. Misure come l’accesso all’aria aperta, la tutela della dignità degli animali destinati al macello e il divieto degli allevamenti intensivi. Requisiti che si sarebbero poi richiesti anche per gli animali e i prodotti di origine animale provenienti dagli altri paesi. Il Governo svizzero si era già detto contrario a questa ulteriore proposta, affermando che queste modifiche avrebbero violato gli accordi commerciali. E gli esiti del referendum (purtroppo potremmo dire) non fanno ben sperare per la sorte degli animali. Certi che le associazioni animaliste non si arrenderanno, ora non resta che aspettare come evolverà la vicenda.