Proposto in molte località marine come principale attrazione per i turisti, il whale watching non risulta sempre molto etico nei confronti di delfini e balene. Infatti, quello che letteralmente si potrebbe tradurre come “osservazione di cetacei”, in realtà è più simile ad una ricerca spasmodica dell’animale in mare aperto.
Osservare gli animali nel loro habitat naturale è, senza dubbio, un ottimo compresso rispetto alle proposte degli zoo e dei parchi acquatici. Tuttavia, anche nel caso del whale watching l’animale non è sempre rispettato nella sua natura. Questa pratica, o attrazione che dir si voglia, è proposta da diversi tour operator nelle località marine, ma non sempre presta troppa attenzione ai cetacei.
Se infatti l’osservazione dei cetacei nel loro ambiente naturale può essere educativo, le attività di nuoto con delfini, tartarughe e altri animali acquatici lo risulta meno. L’etologa Chiara Grasso lo definisce poco etico in un articolo su La Zampa.
Nuotare con gli animali, così come lo shark cage diving (guardare gli squali da dentro le gabbie immerse), risulta meno naturale del semplice whale whatching. Attività di questo tipo, infatti, richiedono un contatto troppo ravvicinato con squali, delfini e altre creature acquatiche; questo rende la pratica innaturale. Infatti, per consentire all’animale di avvicinarsi è necessario che esso sia addestrato o attirato con cibo dato dagli umani. In entrambi i casi, si tratta di atteggiamenti che poco o niente rispettano la natura del cetaceo o di altri animali. Difatti, se l’animale dovesse collegare la presenza dell’uomo al cibo, potrebbe rompersi ogni forma di equilibrio naturale negli ecosistemi. Quindi, come chiarisce ancora Chiara Grasso, nel caso in cui si desideri praticare whale whatching è necessario sapere quando l’attività si può considerare etica.
Seguendo il parere di etologi e ricercatori mondiali, dunque, si può osservare innanzitutto che pratiche in cui si garantisce al 100% l’avvistamento dei cetacei sono poco etiche. Questo perché è difficile poter programmare il passaggio degli animali, se essi sono lasciati totalmente liberi di agire nel loro ambiente naturale. Di conseguenza, chi propone un avvistamento garantito, potrebbe nascondere qualche ‘stratagemma‘ poco etico per rintracciare gli animali. In seconda istanza, una corretta attività di whale watching prevede che, nel frattempo, siano messe in atto attività di sensibilizzazione ambientale. Dunque approfondire tematiche quali la tutela e la salvaguardia di ogni creatura e non semplicemente aspettarsi lo scatto perfetto.
In caso di avvistamento l’approccio al gruppo di cetacei deve avvenire in modo lento e lateralmente. Presentarsi di fronte o da dietro potrebbe rischiare di dividere il gruppo e separare le mamme dai cuccioli, che si sentono attaccati. Il silenzio è il rispetto principale che si può mostrare verso queste creature che, comunque, non dovranno mai essere inseguite.
Anche la permanenza non deve superare i 20, 30 minuti al massimo. Viceversa si rischia di impattare troppo sulle naturali attività degli animali. Arrecare meno stress possibile agli animali: è questo l’approccio da considerare etico. Vietati, ovviamente: tuffi, contatti fisici e offerte di cibo. Ed infine, è importante che la guida riconosca ogni segnale dell’animale e che lo espliciti anche ai partecipanti al whale watching. Per interagire con gli animali, infatti, è sempre fondamentale non dimenticare di ‘ascoltarli‘.
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