Canili lager, la petizione di Cave Canem contro i bandi al ribasso d’asta

Cave Canem lancia una petizione online contro i bandi al ribasso d’asta che prevedono meno di due euro a cane nei canili rifugio. Contro questa inaccettabile misura, oltre che al trasferimento di molti animali in strutture considerate lager, si batte la Fondazione che ha a cuore i diritti degli animali.

Per la Fondazione Cave Canem porre un freno all’aggiudicazione di bandi al ribasso d’asta per la custodia, la gestione e l’accudimento di cani abbandonati è l’attuale priorità. Come spiega anche un comunicato lanciato dalla Fondazione, la campagna appena lanciata, attraverso una petizione online, è volta a contrastare il business legato ai canili rifugio e alle strutture lager.

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Offrire al ‘migliore’ offerente la vita di cani abbandonati e soli non è una logica che può tutelare la custodia e il benessere degli animali. Eppure troppo spesso diventa una priorità dei bandi al ribasso.

L’appello contro i canili lager

Come spiega la Fondazione, le strutture che si aggiudicano il servizio sono, spesso, molto distanti dal territorio che ha bandito la gara. Questo significa che i cani sono prelevati dal luogo in cui sono nati e cresciuti per essere portati a centinaia di chilometri di distanza. Trasportati in furgoni angusti e in condizioni disumane. Depositati, all’arrivo, in box che nella maggior parte dei casi sono delle vere e proprie gabbie di ‘tortura’. Come dichiara Federica Faiella di Cave Canem: “Negli ultimi anni, abbiamo visto Amministrazioni comunali bandire, e in alcuni casi aggiudicare gare, prevedendo l’affidamento secondo il criterio del massimo ribasso. O purché il prezzo fosse inferiore o, al massimo, pari a quello a base d’asta. Prevedendo quotazioni che oscillano tra € 1,73 giornaliero per cane e € 2,70 al giorno a cane (IVA esclusa)“. Si tratta, spiegano ancora dalla Fondazione, di: “Importi totalmente insufficienti a garantire l’erogazione di servizi qualitativamente elevati a favore di animali“.

canili lager FCC

I quattro zampe sono spesso strappati alle cure dei volontari che li accudiscono nei rifugi, per essere trasportati in canili lager dove ricevono sevizie e maltrattamenti. Federica Faiella, inoltre, tiene a precisare che l’Autorità Nazionale Anticorruzione aveva dichiarato che il prezzo adeguato per cane dovrebbe essere tra € 3,50 e 4,50 giornalieri. Di conseguenza: “In caso di aggiudicazione a un prezzo inferiore ai 4 euro, risulta alto il rischio che le cure e la gestione fornite agli stessi cani risulti non ottimale. E, anzi, esponga a rischi di maltrattamento o detenzione incompatibile con la natura degli animali e produttiva di grave sofferenza. Si tratta di due reati previsti e puniti agli articoli 544 ter e 727, II comma, del codice penale“.

La petizione di Cave Canem

Sulla base di tutti questi presupposti la Fondazione Cave Canem ha deciso di promuovere una campagna per contrastare l’utilizzo improprio dei fondi pubblici. Contro un sistema che non si prende cura dei cani e che non permette di contrastare i fenomeni di randagismo e maltrattamento. L’azione della Fondazione si concentrerà, dunque, nell’offrire supporto tecnico e giuridico alle Amministrazioni comunali.

Fondazione Cave Canem

Gli obiettivi sono molteplici e partono dall’assegnare gare con assistenza di alta qualità e all’interno di strutture idonee. Inoltre prevista, anche, la pressione sulle Amministrazioni comunali affinché ritirino in autotutela bandi aggiudicati al ribasso d’asta. L’iniziativa nasce nell’ambito del programma #nessunoescluso. Il progetto è finanziato e realizzato dalla Fondazione per convertire tutti i canili in luoghi di transito per gli animali ospitati e centri di interesse per la collettività.

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