A seguito di una vicenda giudiziaria, la Corte di Cassazione si sarebbe espressa rispetto al numero di gatti che possono vivere all’interno di una casa. Il fatto si è presentato dopo la denuncia di maltrattamento ai danni di una donna che viveva con 33 mici.
Dopo la condanna di maltrattamento nei confronti di una donna che deteneva nella sua abitazione 33 gatti, la Cassazione è stata chiamata a stabilire un limite. Questo potrebbe essere stabilito a prescindere che gli animali siano raccolti dalla strada perché in difficoltà o feriti.
Tutto scaturisce dopo la vicenda giudiziaria che ha coinvolto una donna condannata dal Tribunale di Milano ai sensi dell’Art. 727 cp. Gli animali sarebbero stati trovati in condizioni incompatibili con la loro natura. La donna, però, aveva presentato alla Cassazione ricorso perché, a suo avviso, il Tribunale non aveva svolti gli opportuni accertamenti.
Secondo la donna coinvolta nella vicenda giudiziaria non si era proceduto alla verifica delle condizioni di salute dei gatti. Nel ricorso era sottolineato il fatto che le patologie, riscontrate nei mici, potevano essere insorte per ragioni differenti rispetto al sovraffollamento o dalla negligenza della proprietaria. Inoltre, la donna sosteneva che le mancate verifiche non avevano lasciato emergere la cura che lei stessa rivolgeva agli animali; come, ad esempio, la differenziazione nei cibi. Tuttavia, la Cassazione avrebbe ritenuto incompatibile il ricorso. Questo perché la contestazione della ricorrente si limitava solo alla rilettura degli elementi su cui si basava la condanna.
A tal proposito la Corte di Cassazione, dopo aver confermato la condanna, non si sarebbe espressa su un numero preciso di animali da tenere in casa, ma avrebbe piuttosto sottolineato come ogni creatura debba vivere secondo le compatibilità con la sua natura. Di conseguenza, non è il limite numerico che garantisce la tutela dell’animale, ma le condizioni in cui esso vive. Difatti, il numero di animali può variare rispetto a diversi aspetti come, ad esempio, la grandezza dell’abitazione. Il fatto che la donna abbia recuperato gli animali dalla strada non è una motivazione che avvalla la sua tesi; difatti i 33 mici vivevano in condizioni incompatibili alla loro natura e, come ha stabilito la legge, questo può arrecare sofferenza e di base costituisce maltrattamento.
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