Curiosità

Giornata Internazionale dell’orango 2022, alla scoperta di questa specie “umana”

Il 19 agosto si celebra la Giornata Internazionale dell’orango, una creatura che rischia di scomparire a causa delle azioni compiute dall’uomo e che ne mettono in serio rischio la sopravvivenza. Come ogni ricorrenza di questo tipo ci ricorda, la tutela di tutti gli esseri viventi è fondamentale all’equilibrio degli ecosistemi. Tuttavia, sono sempre di più le specie in pericolo e questo primate appartiene a tale drammatica lista.

In occasione della Giornata Internazionale dell’orango, che si celebra ogni anno il 19 agosto, è importante sottolineare come questo primate, tra i più simili all’uomo, sta rischiando di scomparire proprio a causa delle azioni di quest’ultimo. Sono diverse le minacce alla specie che, come sottolinea il WWF, oggi risulta decimata.

Buono, pacifico e praticamente incapace di aggredire, l’orango oggi è costretto a vivere (per la maggior parte) solo nelle aree protette, al di fuori delle quali la sua esistenza è minacciata ogni giorno. Si tratta di uno tra i mammiferi più grandi del mondo, e tante delle sue caratteristiche lo rendono uno dei nostri ‘cugini‘ più stretti.

L’orango: il ‘gigante’ buono

Il suo nome in lingua malese significa “Uomo delle foresta“. Del resto, questo primate è l’animale più simile all’uomo come caratteristiche fisiche e, perché no, comportamentali. Il 19 agosto gli animalisti di tutto il mondo celebrano la Giornata Internazionale dell’orango, proprio per sottolineare come sia proprio l’essere umano la principale minaccia alla sopravvivenza di questa specie. Oggi vive praticamente solo in aree protette e parchi fra Malesia e Indonesia. Si tratta di uno dei mammiferi più grandi al mondo, ma le sue dimensioni possenti non hanno molto a che vedere con il suo carattere docile e pacifico. Difatti è proprio la sua indole buona e l’incapacità di aggredire e difendersi a renderlo il principale bersaglio di cacciatori e bracconieri.

Questi animali amano vivere nei boschi e nelle foreste e il loro habitat naturale risulta essere la foresta pluviale nella quale si arrampicano agli alberi grazie alle ‘dita’ pensili e dove costruiscono rifugi nei quali rilassarsi per gran parte del giorno. Prettamente erbivori si nutrono di frutti, foglie e fiori che raccolgono dagli alberi. Preferiscono vivere in piccoli gruppi familiari, piuttosto che nelle grandi comunità e comunicano fra loro per mezzo di lunghi vocalizzi e verbalizzazioni. Insomma sono talmente affascinati, quanto preda facile e in pericolo, tanto che l’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) ha inserito l’orango nella sua Lista Rossa come “critically endangered“.

Le minacce derivate dall’uomo

Difatti, come chiarisce il WWF in un articolo pubblicato in occasione della Giornata Internazionale dell’orango del 2021, fino a 100 anni fa si contavano più di 230.000 esemplari della specie. Oggi la popolazione è decimata; nello specifico si contano circa 104.700 esemplari circa di orango del Borneo e 7.500 di orango di Sumatra. Ad essere più a rischio estinzione è, tuttavia, l’orango di Tanopuli di cui oggi sono presenti appena 800 esemplari. A minacciare la sopravvivenza di questi animali, il suo ‘cugino’ più stretto: l’uomo. Sono bracconaggio e deforestazione, infatti, le principali cause della scomparsa degli orango. Partendo dall’habitat naturale, per esempio, è bene chiarire che la foresta pluviale sta scomparendo a vantaggio di pascoli e campi per la coltivazione della palma da olio di palma.

Ma sono anche incendi e abbattimenti, spesso illegali, di alberi a causare la scomparsa dell’areale degli orango. A questo problema si collega il bracconaggio. Essendo più esposti, a causa della scomparsa degli alberi, questi primati diventano preda facile per bracconieri e cacciatori. Uccisi per ricavare tristissimi souvenir o perché ritenuti (erroneamente) un pericolo per le coltivazioni. Infine, soprattutto i cuccioli, finiscono nel mercato nero e destinati a collezionisti di specie rare. Ad oggi, per proteggere questi esemplari, sono stati creati diversi centri di salvaguardia. Ma questo non è sufficiente per salvarli dall’estinzione; occorre, infatti, sensibilizzare rispetto alla protezione di questo animale nel suo habitat naturale, solo così potrà salvarsi dalla scomparsa totale.

Francesca Perrone

Cultura, Ambiente & Pets Messinese trasferita a Roma per gli studi prima in Scienze della Comunicazione Sociale presso l'Università Pontificia Salesiana, con una tesi su "Coco Chanel e la rivoluzione negli abiti femminili", poi per la specializzazione in Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo alla Sapienza. Collabora con l'Agenzia ErregiMedia, curando rassegne stampa nel settore dei rally e dell'automobilismo. La sue passioni più grandi sono la scrittura, la moda e la cultura. Responsabile dei blog di VelvetMAG: VelvetPets (www.velvetpets.it) sulle curiosità del mondo animale e di BIOPIANETA (www.biopianeta.it) sui temi della tutela dell'ambiente e della sostenibilità.

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