In Francia il primo caso di contagio di vaiolo delle scimmie da uomo ad animale. A trasmettere il virus ad un cane due uomini; il quattro zampe avrebbe mostrato i sintomi della malattia 12 giorni dopo dalla diagnosi fatta ai suoi proprietari. A confermare quanto accaduto uno studio condotto dall’Università Sorbona in collaborazione con il Pitié-Salpêtrière Hospital (Francia) dove gli uomini erano ricoverati.
Il vaiolo delle scimmie avrebbe trovato il modo di trasferirsi da uomo ad animale. Lo confermerebbe uno studio condotto in Francia dopo il contagio, accertato, di due uomini sul loro animale domestico. Dopo 12 giorni dalla comparsa dei sintomi negli esseri umani, infatti, il loro levriero avrebbe iniziato a presentare note evidenti della malattia.
Il cane, di quattro anni e senza disturbi medici precedenti, ha iniziato a presentare lesioni mucocutanee, che comprendevano pustole addominali e una sottile ulcera anale. Questo avrebbe fatto sospettare nella trasmissione del virus uomo-animale. L’ipotesi avrebbe poi trovato conferma in uno studio condotto dall’Università Sorbona e l’ospedale in cui erano ricoverati i due pazienti contagiati.
Dopo la comparsa dei primi sintomi il cane è, difatti, risultato poi positivo al virus del vaiolo delle scimmie. L’animale ha ricevuto un test molecolare adattato dai ricercatori. Si tratta del primo caso in assoluto nel quale un animale domestico è contagiato. Nei paesi endemici, infatti, è stato riscontrato che solo gli animali selvatici (roditori e primati) sono portatori del virus del vaiolo delle scimmie. Tuttavia, la trasmissione del virus del vaiolo delle scimmie nei cani aveva un precedente; ma il contagio si era presentato dopo il contatto con animali infetti e non con gli esseri umani. Inoltre, il contagio tra animali domestici sembra ancora non sussistere.
Quanto accaduto, però, porterebbe la testimonianza (considerando la comparsa dei sintomi prima nei proprietari e poi nell’animale) che la trasmissione uomo-animale è oggi possibile. Inoltre, data la natura delle lesioni e i risultati del test si ipotizza che il vaiolo delle scimmie possa presentarsi in una vera e propria forma e malattia canina. Un aspetto che pare particolarmente allarmante, perché andrebbe oltre alla ‘semplice’ trasmissione del virus per stretto contatto. Come si apprende da The Lancet, dove si trova pubblicato lo studio, i ricercatori scrivono: “I nostri risultati dovrebbero stimolare il dibattito sulla necessità di isolare gli animali domestici dagli individui positivi al virus del vaiolo delle scimmie. Chiediamo ulteriori indagini sulle trasmissioni secondarie tramite animali domestici“. Così come avvenuto per il Covid-19, anche in questo caso, la raccomandazione è prestare particolare attenzione ai pets.
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