Vaga da circa una settimana nella Senna il beluga che i soccorritori stanno cercando, in tutti i modi, di mettere in salvo. Ad oggi, la situazione sembra complicarsi, ma si escludono ancora le possibilità più estreme e drammatiche. Il cetaceo, tuttavia, sembra rifiutare anche il cibo.
Sarebbe stato avvistato nella Senna lo scorso martedì 2 agosto il beluga che vaga ancora nelle acque che attraversano Parigi fino alla Manica. Da allora i soccorritori stanno provando, in ogni modo, a salvarlo; attualmente però tutti i tentativi sono andati falliti.
Dallo scorso venerdì il cetaceo si trova tra due chiuse a circa 70 chilometri a nord da Parigi. Per gli esperti risulta impossibile, però, lasciarlo tra le acque calde e completamente non conformi al suo habitat naturale. E come ha dichiarato all’Afp, Lamya Essemlali, responsabile di Sea Shepherd France: “Deve essere spostato nelle prossime 24-48 ore, queste condizioni non sono buone per lui“.
Inevitabile la preoccupazione per il beluga avvistato nella Senna. Il cetaceo si trova lontano dalle fredde acque artiche nelle quali è abituato a vivere e questa condizione aggrava il suo stato di salute. I soccorritori, che stanno tentando di salvarlo dalle prime ore dell’avvistamento, affermano che l’animale si stia muovendo lentamente anche a causa della stanchezza e probabilmente perché malato. Purtroppo, inoltre, il beluga sembra rifiutare anche il cibo che i soccorritori stanno cercando di dargli nelle ultime ore; l’assenza di nutrimento non potrebbe che peggiorare la sua salute. Questi esemplari, infatti, anche se possono vivere per un breve periodo nelle acque dolci, nascono per abitare negli oceani artici e sub-artici.
Quello del beluga è un caso che si accompagna ad un episodio dello scorso maggio nel quale un’orca malata è morta per cause naturali nella Senna, dopo vari tentativi di riportarla in mare. Gli stessi tentativi, oggi, sembrerebbero mettersi in atto anche per il cetaceo bianco, ma al momento nessun risultato positivo è stato raggiunto. Come scrive Ansa, gli specialisti sembrano essere sempre meno speranzosi, rispetto alla possibilità di poter riportare l’animale nell’oceano. A complicare la situazione, oltre al lungo tratto da ricoprire a nuoto, anche le condizioni di sottopeso del beluga. Lamya Essemlali ha dichiarato a malincuore: “Siamo tutti dubbiosi sulla sua capacità di tornare in mare. Anche se lo ‘guidassimo’ con una barca, sarebbe estremamente pericoloso, se non impossibile“. Anche se di fronte a questa constatazione, l’opzione dell’eutanasia sembra attualmente esclusa. Conclude il responsabile di Sea Shepherd France: “La balena ha ancora energia. Gira la testa, reagisce agli stimoli“.
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