A New York presto potrebbero essere chiusi tutti i negozi nei quali si vendono cani, gatti e conigli. Il divieto, già attivo in California, si potrebbe estendere anche in altri paesi. Un passo che in diversi stati è diventato legge da alcuni anni e che gli animalisti si augurano possa arrivare a toccare tutti.
Sono diversi i paesi del mondo in cui pet domestici come cani, gatti e conigli non possono essere venduti nei negozi. Presto questa legge potrebbe essere estesa anche allo stato di New York secondo l’esempio della California. Uno slancio bipartisan ha portato all’approvazione di un provvedimento che vieta la vendita.
Si attende solo la firma del governatore Kathy Hochul il quale potrebbe stabilire in maniera definitiva se il provvedimento possa trasformarsi in legge e quindi far diventare il veto definitivo ed effettivo.
Alcuni paesi del mondo, sposando le cause animaliste nel rispetto dei diritti di tanti pets, hanno deciso di proibire la vendita di animali domestici nei negozi. Cani, gatti e conigli non sono più esposti in vetrina, ad esempio, in Francia, dove dal 1 gennaio 2024 sarà vietata definitamene anche la vendita. Inoltre, nello stesso paese, contro maltrattamento e sfruttamento, vietati anche gli animali nei circhi e nei parchi acquatici. Questa misura sta coinvolgendo sempre più stati nel mondo; anche la California ha approvato e reso legge questa norma e presto anche New York potrebbe diventare più pet-friendly. L’obiettivo di questo provvedimento, per il quale ormai si attende solo la firma da parte del governatore Kathy Hochul, è di incoraggiare tutti i cittadini ad adottare gli animali dai canili, dai rifugi o dai centri di accoglienza.
Scegliere di fare bene ad una creatura bisognosa d’amore e di una famiglia ed evitare di rendere i pets ‘oggetti da esposizione’ da mettere in vetrina e comprare come se si trattasse di un monile di arredamento. Come si apprende, la legge potrebbe prevedere ancora l’acquisto di cuccioli di cani, gatti, ma solo attraverso gli allevamenti. Anche in questo caso, però, saranno previste norme precise. Se, in questo secondo caso, l’obiettivo è di invitare gli acquirenti a visitare di persona le strutture, verificandone cura e affidabilità, dall’altro lato gli allevatori dovranno attenersi a condizioni precise. Da anni, infatti, sono in corso lotte che denunciano le condizioni disumane in cui sono tenuti certi allevamenti. E questa piaga interessa sia gli animali da compagnia che da cortile o fattoria.
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