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Squali e altri pesci trovati senza vita all’Isola d’Elba: la denuncia di Legambiente

Uno scenario agghiacciante si presenta nei fondali dell’Isola dell’Elba con squali e razze trovati morti nei punti di immersione. A denunciare il fatto Legambiente che avrebbe fornito una spiegazione allarmante a questo fenomeno, già sconvolgente di suo.

Trovati senza vita in provincia di Livorno e nei punti di immersione dell’Isola d’Elba squali e razze. A denunciare il fatto è Legambiente Arcipelago Toscano che ha pubblicato sui propri social diverse immagini drammatiche. Come specifica l’associazione ambientalista i rinvenimenti sarebbero registrati già da giugno scorso.

Secondo Legambiente i pesci non sarebbero morti accidentalmente, in quanto si trovano segni lasciati dall’attività di pesca. Secondo l’associazione si potrebbe trattare di un atto di “disturbo” contro l’attività dei sub.

La motivazione dietro agli squali morti

Legambiente Arcipelago Toscano, che si dichiara solidale con i diving centers elbani descrive sulla sua pagina Facebook ufficiale alcuni dettagli di questo fenomeno agghiacciante delle ultime settimane. “Non si tratta di pesci morti accidentalmente – denuncia Legambiente – perché gli elasmobranchi presentano segni lasciati dall’attività di pesca (palamiti ecc)“. Come scrive ancora l’associazione ambientalista nel suo post di denuncia: “Pur essendo il rigetto di pescato non utilizzabile commercialmente vietato da una normativa europea e da una nazionale, esistono diverse deroghe. Ma la sistematica scelta di noti punti di immersione e l’escalation osservata nell’ultimo ritrovamento in cui i gattopardi (Scyliorhinus stellaris) erano anche legati con filo da palamito, fa pensare ad un deliberato atto di disturbo nei confronti delle attività di immersione subacquea“.

Si tratterebbe, dunque, di un volontario “avvertimento” nei confronti dei sub. Un gesto, tanto agghiacciante quanto macabro, che potrebbe derivare dall’istallazione delle boe per l’attività diving finanziati dal progetto Interreg EcoStrim. Le boe sarebbero state posizionate sui punti di immersione; esse consentono ai diving center di ormeggiare senza danneggiare i fondali e limitando le attività di pesca nei dintorni. Come sottolinea Legambiente, questo avrebbe potuto scatenare la reazione di alcuni pescatori che, tuttavia, non fa bene alla categoria. In tanti coloro indignati da questi atti barbari nei confronti di squali e altri pesci, compresi diversi pescatori.

Del resto, come spiega sempre l’associazione: “La subacquea è una delle attività ritenuta adatta al turismo sostenibile ed è una dei motivi che attrae i turisti sulla nostra isola e contribuisce anche alla destagionalizzazione essendo praticabile durante tutto l’anno“. Convinti che questi atti derivino da un piccolo gruppo, Legambiente chiede che si crei un’alleanza tra pescatori responsabili, diving centers, associazioni ambientaliste e buona politica per proteggere il mare e tutte le creature che abitano l’Arcipelago Toscano.

Francesca Perrone

Cultura, Ambiente & Pets Messinese trasferita a Roma per gli studi prima in Scienze della Comunicazione Sociale presso l'Università Pontificia Salesiana, con una tesi su "Coco Chanel e la rivoluzione negli abiti femminili", poi per la specializzazione in Media, Comunicazione Digitale e Giornalismo alla Sapienza. Collabora con l'Agenzia ErregiMedia, curando rassegne stampa nel settore dei rally e dell'automobilismo. La sue passioni più grandi sono la scrittura, la moda e la cultura. Responsabile dei blog di VelvetMAG: VelvetPets (www.velvetpets.it) sulle curiosità del mondo animale e di BIOPIANETA (www.biopianeta.it) sui temi della tutela dell'ambiente e della sostenibilità.

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