La Fondazione Cave Canem, vicino ai più deboli dalla sua nascita, compie tre anni. Nel suo periodo di attività l’istituzione ha salvato tanti animali, ma anche tante persone. Finanziate iniziative per oltre 500mila euro e avviati 14 progetti in difesa dei più deboli, 3 campagne di sensibilizzazione e 3 operazioni atte a fronteggiare situazioni di emergenza.
Fondazione Cave Canem Onlus compie tre anni; si tratta di una no profit nata, il 24 giugno 2019, dalla volontà di Adriana Possenti, Fondatrice e Presidente, e Federica Faiella Vicepresidente. Diversi i progetti negli anni che hanno salvato migliaia di animali e anche centinaia di persone.
Tra le iniziative anche campagne di sensibilizzazione e azioni per fronteggiare emergenze, come la guerra in Ucraina. Tanti i temi affrontati e trattati: dal maltrattamento, all’adozione, ai crimini contro la natura e gli animali, fino ai percorsi formativi.
Alcuni progetti di Cave Canem
Sono quattordici i progetti che Cave Canem ha attivato nei suoi tre anni di attività. Tra questi la Fondazione vuole ricordare (come si apprende da una nota ufficiale) #NessunoEscluso. Si tratta di un programma nato per offrire supporto a cani vittime di gravissimi maltrattamenti, terrorizzati dalla presenza dell’uomo. Animali che reagiscono con la fuga o con l’aggressività a qualsiasi tentativo di contatto. Per questi poveri quattro zampe la Fondazione ha messo a disposizione un team di medici veterinari, educatori cinofili, assistenti di campo in grado di accompagnarli in un percorso di recupero comportamentale e favorirne l’adozione. Nel Canile di Valle Grande alle porte di Roma, 856 gli animali coinvolti in due anni, dei quali 687 hanno trovato una famiglia.
Un altro progetto sempre a Roma, Cambio Rotta, invece ha permesso a 31 giovani autori di reato e ammessi all’istituto della ‘messa alla prova’ di lavorare e offrire il loro supporto a 150 animali. Superata la messa alla prova, onde evitare il rischio di recidiva, la Fondazione si è impegnata a fornire delle concrete opportunità formative e lavorative. Difatti, nello specifico, dei giovani che hanno scontato totalmente il loro debito con la giustizia: 8 hanno beneficiato di una borsa di studio per acquisire la qualifica di educatore cinofilo; 5 hanno ricevuto una borsa lavoro per vivere un training intensivo in qualità di assistenti di campo in canile. Infine 4 giovani hanno ricevuto un incarico professionale. Un altro progetto che ha coinvolto 154 detenute è Fuori dalle Gabbie. Nel corso dell’attività le detenute hanno curato 183 cani. 24 donne oggi sono occupate in canile con i lavori socialmente utili e 4 hanno ricevuto una borsa lavoro.
Giustizia per gli animali
La Fondazione ha dato vita di recente, grazie alla collaborazione con il Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari Carabinieri, al progetto Io merito Giustizia. In questo caso si tratta di un’iniziativa che tenta di dare vita ad una sinergia tra la no profit, le Forze di Polizia, la Magistratura e gli Organismi della Giustizia Penale Minorile al fine di prevenire e contrastare il maltrattamento degli animali e i fenomeni criminali correlati. Secondo quanto si legge nella nota diffusa da Cave Canem, sono 152 i cani sotto sequestro giudiziario che hanno ricevuto una possibilità di vita lontana dai maltrattamenti. 1173 le presenze ai corsi di formazione in materia di tutela degli animali.
In questo contesto anche il finanziamento del docufilm denuncia Pedigree Dream. Opera realizzata da Jon West, all’interno della campagna per la prevenzione e il contrasto del traffico di cuccioli in partnership con Green Impact. Inoltre con Green Impact, Save the Dogs e Animal Law Italia, Fondazione Cave Canem ha raccolto 31.362 firme per chiedere il divieto dei cani tenuti alle catene in ogni Regione d’Italia.
Un ‘regalo’ per animali in difficoltà
Adriana Possenti, Fondatrice e Presidente di Cave Canem, ha dichiarato: “Considero la Fondazione Cave Canem il mio regalo senza tempo per animali in difficoltà. Vorrei trasmettere a tutti l’amore e il rispetto che ho per loro e sviluppare una sensibilità sempre più marcata verso chi non ha voce. I progetti che abbiamo inaugurato e portato avanti in questo primo periodo hanno mostrato chiaramente che una corretta interazione tra i diritti animali e quelli umani è non solo possibile, ma benefica per tutti i soggetti coinvolti, puntando alla creazione di un rapporto interspecifico appagante nella sua stessa esistenza e rispettoso di tutti“. Serve promuovere, dunque, un cambiamento strutturale che coinvolga tutti, con una visione di inclusione sociale totale.
La Vicepresidente e CEO della Fondazione, Federica Failla, aggiunge: “Ci siamo adoperati nel dare concretezza a pratiche socialmente innovative e di supporto al welfare. In grado di rimuovere le barriere di partecipazione attraverso strumenti più inclusivi che vedano quali attori cooperanti soggetti pubblici e privati, a favore di persone e animali“. E conclude Mirko Zuccari, Consigliere e Dog trainer manager della Fondazione: “Abbiamo coinvolto professionisti con un background significativo in materia di tutela, gestione e accudimento in particolare di cani e gatti in difficoltà“. Oggi il team comprende 28 persone, grazie alle quali è stato possibile perseguire obiettivi e raggiungere risultati: “Di cui andiamo davvero fieri“.