Sempre più animali esotici stanno iniziando a diffondersi nel mondo come specie domestiche; tuttavia, la detenzione non è uguale in tutti i paesi europei. Se l’Unione Europea si è dimostrata disposta ad affrontare la questione, gli Stati Membri non sembrano tutti d’accordo rispetto ad una soluzione comune.
Che sia per moda, affetto o passione, oggi in molte case gli animali esotici sembrano essersi trasformati, sempre più spesso, in specie da compagnia. Tuttavia, tale fenomeno sembra essersi esteso in maniera incontrollata; di conseguenza, l’Unione Europea ha deciso di analizzare la questione con attenzione e valutare una soluzione comune.
Sembra, però, che gli Stati Membri non si trovino d’accordo sulle misure da adottare. Se alcuni paesi sono totalmente contro la detenzione e il commercio di specie esotiche, altri invece si mostrano a favore. Questo ha aperto un dibattito su più versanti.
Sono Cipro, Lussemburgo, Lituania e Malta a portare alla riunione del consiglio Agricoltura la questione relativa al fenomeno degli animali esotici divenuti domestici; i quattro paesi chiedono che in Europa ci sia uno stop che ponga il freno definitivo al commercio e alla detenzione di specie esotiche. Oltre al rischio di malattie trasmissibili dall’animale all’uomo, il punto chiave è il benessere dell’animale; tante creature, infatti, non sono fatte per vivere in cattività e peggio ancora nelle abitazioni. Diversi animali esotici, inoltre, per natura sono predatori e quindi potenzialmente pericolosi; e cosa ancora più grave, spesso, a trasformarsi in domestiche sono specie a rischio estinzione che, al contrario, andrebbero tutelate in altro modo e nel loro habitat.
Se Cipro, Lussemburgo, Lituania e Malta vorrebbero regole comuni uguali per tutti, non tutti si mostrano d’accordo. Danimarca e Repubblica Ceca sono disposti ad una lista in cui, però, non siano indicati esplicitamente settori e sottosettori; mentre Praga si mostra disponibile ad “analizzare meglio” la questione. Preoccupazioni di effetti a cascata per Svezia e Ungheria; che sottolineano come procedere secondo regole uguali ed ‘universali’ vorrebbe dire intervenire anche su altre legislazioni in materia. La Polonia chiede un periodo di transizione per abituarsi alle nuove norme; ma come si legge su La Zampa, la Ministra di Varsavia chiarisce: “Per noi non è accettabile che specie che non sono domestiche lo diventino“.
I grossi felini hanno ricevuto un’attenzione speciale da parte di Slovenia, Slovacchia, Finlandia ed Estonia; questi paesi, infatti, si sono pronunciati a favore dello stop rispetto alla commercializzazione e all’addomesticamento di cuccioli di tigri e affini. Germania, Paesi Bassi, Croazia, Bulgaria e Lettonia, chiedono approfondimenti e della stessa posizione sembra essere l’Italia. Il Ministro dell’Agricoltura, Stefano Pattunelli, avrebbe infatti dichiarato: “Siamo a favore nel principio, ma c’è bisogno di maggiori discussioni per approfondire meglio“. Anche la Grecia chiede maggiori valutazioni.
Tuttavia, esistono in Europa paesi in cui la detenzione dei grossi felini è legale e consentita; tra questi Germania, Francia, Spagna, Irlanda e Repubblica Ceca. Di conseguenza, ci si chiede come un eventuale nuovo regolamento andrebbe ad inficiare a chi già vive con una tigre o simili; ed anche su questo sembra essere acceso il dibattito. Tuttavia, nonostante le diversi criticità, l’Europa si mostra intenzionata a voler procedere; resta ancora da stabilire il come, ma presto la detenzione di, almeno alcune, specie esotiche potrebbe essere proibita in tutti i paesi europei.
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