Per mettere un freno alla vivisezione, la Regione Emilia-Romagna ha deciso di stanziare dei fondi per progetti di ricerca alternativi alla sperimentazione animale. Anche se l’Italia ha diverse leggi che regolamentano questa attività, esistono ancora delle realtà che prevedono l’impiego di creature nei laboratori.
Anche se la legge italiana prevede delle misure che regolamentano l’impego di animali nei laboratori, la vivisezione non è ancora completamente vietata in Italia. Oltre ai controlli che continuano a presentare alcune lacune, esistono diversi laboratori di ricerca dove creature, come ad esempio i macachi di Bologna e Parma, sono impiegate per la sperimentazione.
Gli animali, oggi, uccisi e stabulati sono oltre 500mila ogni anno. Inoltre, se alla vivisezione sono destinati milioni di euro di fondi, per i metodi di sperimentazione alternativa i finanziamenti scarseggiano. Ed a fronte di questa situazione che l’Emilia-Romagna sta tentando di promuovere la ricerca che non prevede cavie.
Innegabile constatare che i passi verso l’abbattimento della sperimentazione sugli animali sono stati diversi; tuttavia, la situazione dei laboratori di ricerca in Italia non è priva di cavie. Se, infatti, allevamenti come quello di Green Hill sono oggi vietati, la sperimentazione sugli animali ancora esiste. Non volendo porre un freno all’importanza della ricerca, sarebbe, tuttavia, opportuno spostare il focus su quei metodi alternativi; esistenti, ma ancora troppo poco presi in considerazione. Le Regioni hanno la possibilità di stanziare risorse alla sperimentazione senza animali; ed è di questa nobile possibilità che si è avvalsa la Regione Emilia-Romagna decidendo di stanziare 100mila euro. Il bando prevede 10 premi da mille euro a tesi di laurea e sei borse di ricerca per neolaureati del valore di 15mila euro ciascuna.
L’Emilia-Romagna parte proprio dalla sua Regione tenendo in considerazione, ad esempio, il centro di ricerca di Parma dove i macachi sono sottoposti ad interventi chirurgici e impianti al cranio per studi sulla vista. L’auspicio è che i nuovi finanziamenti possano influenzare i laboratori parmensi; dove, difatti, si trovano già attivi diversi approcci di ricerca che non si servono della vivisezione ma si presentano totalmente animal-free. La speranza di poter convertire la sperimentazione verso questo nuovo approccio etico è alta; l’intento è quello di fornire sussidi alla ricerca, affinché possa sempre progredire, ma nello stesso tempo trovare un modo per proteggere gli animali. l’Emilia-Romagna, inoltre, si distingue anche per un comitato etico che si occupa proprio della promozione dei modelli alternativi; con questi modelli si intendono ovviamente modelli scientificamente approvati e affidabili ma più etici di quelli che si servono degli animali.
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