Sono addestrati per fiutare le persone affette da Sars-cov-2; i cani da ricerca per il Covid, arrivano negli aeroporti e sembrano essere più efficaci dei tamponi. A dimostrare questo aspetto importante è uno studio; che suggerisce come questi capaci quattro zampe potrebbero essere impiegati anche all’interno di ospedali e altre strutture.
Lo studio condotto da Anu Kantele, del dipartimento di malattie infettive del policlinico universitario di Helsinki, sarebbe in grado di dimostrare che i cani addestrati per individuare le infezioni da Covid potrebbero risultare, persino, più precisi dei tamponi.
La ricerca, pubblicata sulla rivista BMJ Global, tende a dimostrare come i quattro zampe, servendosi del loro incredibile fiuto, siano potenzialmente capaci di individuare tutte le persone in cui l’infezione Sars-cov 2 è presente. Arrivati negli aeroporti, i cani ‘da Covid’ potrebbero svolgere il loro compito in diverse altre strutture, compresi gli ospedali.
Le incredibili doti dei cani da ricerca sono un aspetto su cui occorre, spesso, porre l’attenzione. I quattro zampe impiegati come cani da salvataggio o che affiancano le forze dell’ordine in squadre di ricerca o di indagini relative, ad esempio, al traffico di stupefacenti, hanno un grande merito. Oggi a questi meriti se ne aggiunge un altro che si adatta perfettamente alla situazione pandemica. I cani, infatti, hanno un senso dell’olfatto molto acuto e possono percepire un odore a concentrazioni esigue; qualità che gli consente di superare anche alcune delle tecnologie più sofisticate.
Grazie a queste caratteristiche, i quattro zampe possono rilevare la presenza di composti organici volatili distinti rilasciati durante vari processi metabolici; di conseguenza, anche quelli generati da infezioni parassitiche batteriche e virali proprio come il Covid. Difatti, gli studi e gli esperimenti, effettuati fino a questo momento, hanno dimostrato che i cani, addestrati adeguatamente, sono in grado (già in poche settimane) di rilevare la presenza del Covid-19 in diversi pazienti affetti. Ma quello che potrebbe sorprendere è che la precisione dei risultati è paragonabile a quella rilevata da un tampone molecolare.
Con l’intenzione di confermare i risultati in condizioni reali, i ricercatori finlandesi hanno addestrato 4 cani a riconoscere il SARS-CoV-2; sono stati poi coinvolti 420 volontari. I cani hanno, successivamente, annusato tamponi cutanei di 114 volontari positivi e di 306 individui negativi. Ripetendo le sessioni di prova 7 volte e in maniera casuale, si è riscontrato che l’accuratezza della diagnosi effettuata dai cani era pari al 92%; e le prestazione dei cani non calano, neanche, in assenza di sintomi.
Dopo questa ulteriore conferma, i quattro cani addestrati sono arrivati all’aeroporto internazionale di Helsinki-Vantaa; lì hanno fiutato 303 passeggeri. Ciò che emerso è che, oltre ad una corrispondenza del 98% tra diagnosi del cane e tampone, i quattro zampe hanno persino individuato tre falsi negativi al tampone.
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