La situazione, definita ormai da diverso tempo: ‘emergenza cinghiali’, sta smuovendo dibattiti intensi; Oipa, come altre associazioni animaliste, chiede che venga data voce anche a loro nella gestione del fenomeno. Soprattutto perché, al momento, l’unica soluzione proposta sembra l’abbattimento.
Massimo Comparotto, Presidente di Oipa ritorna a rivolgere un appello accorato affinché si ascoltino anche le associazioni protezionistiche nella gestione dell’emergenza cinghiali. La richiesta è quella di ascoltare i pareri scientifici e non procedere con l’abbattimento categorico di ogni esemplare avvistato.
Uccidere gli ungulati sembra, al momento, l’unica via studiata per arginare il fenomeno di incursioni all’interno delle città (in modo particolare nella Capitale); a cui si aggiunge anche la preoccupazione di un’epidemia diffusa, dopo il primo caso di peste suina confermato a Roma.
Le associazioni animaliste chiedono che siano ascoltati i pareri di esperti in materia, prima di procedere all’abbattimento senza pietà di ogni esemplare di cinghiale avvistato. Secondo quanto si apprende da una nota diffusa da Oipa, infatti, il capo di Gabinetto della Regione Lazio, Andrea Napoletano, avrebbe dichiarato che per “creare zone di vuoto” a Roma occorrerà procedere ad “abbattimenti selettivi” dei cinghiali; così come aveva ipotizzato anche il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa. A tal proposito Massimo Comparotto, Presidente di Oipa, avrebbe affermato: “Il Presidente di Federcaccia ha già avuto incontri interlocutori con rappresentanti regionali e ha messo a disposizione i suoi iscritti per il contenimento degli ungulati. Chiediamo di essere sentiti anche noi. Dare voce alle associazioni protezionistiche non dovrebbe essere un’opzione, ma un dovere“.
Il Presidente dell’Organizzazione Internazionale Protezione Animali, ha tenuto a ribadire: “Come attesta un parere chiesto agli esperti dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), la caccia non è uno strumento efficace per ridurre le dimensioni della popolazione di cinghiali selvatici in Europa. Di più: in generale i cacciatori, con le loro prassi di eviscerazione, possono diffondere in maniera incontrollata il virus della Psa, innocuo per l’uomo, e degli altri agenti patogeni di cui le prede potrebbero essere portatrici“. Ancora Oipa tende a precisare che la presenza dei cinghiali a Roma deriva dall’emergenza rifiuti. Monitorare e sorvegliare gli animali sarebbero le soluzioni più efficaci, rispetto alla caccia; conclude Comparatto: “Lo ripetiamo: a Roma il problema sono i rifiuti, non i cinghiali“.
Intanto a Torresina (Municipio Roma XIV di Roma Capitale) arrivano i primi cartelli per segnalare la presenza dei cinghiali. Lo apprendiamo da un post pubblicato su Facebook dal sito Urban Blog Torresina. Posizionati, come si legge sul social nel post correlato dalle foto, sui pali orfani della originaria segnaletica stradale. Si trovano su via di Torresina al confine col Parco Agricolo Urbano di Casal del Marmo e su via Maria Grazia Cutuli vicino all’accesso agli Orti Urbani; luoghi che, secondo le numerose segnalazioni, sarebbero molto frequentate dagli ungulati.
Si apprende ancora da Urbano Blog Torresina che, nei giorni scorsi, sarebbero stati visti 6 cinghiali adulti e una cucciolata composta da circa 20 piccoli esemplari. Si tratterebbe di una colonia, ormai, assolutamente insediata nel quartiere e che si troverebbe, con esattezza, nella vallata che separa via Rosi da viale Montanelli. Il post ricorda di non dare cibo agli animali e di prestare attenzione durante la guida, specialmente nelle ore notturne; in fine, un avvertimento ai proprietari di cani ai quali è chiesto di allontanarsi in caso di avvistamento, poiché la presenza dei cuccioli rende le madri molto protettive e potenzialmente aggressive.
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