Terminata la stagione degli amori il cervo perde le sue ‘corna’; ma raccoglierle dai boschi potrebbe essere un rischio per gli animali. Anche se, infatti, i palchi cadono naturalmente, andare alla ricerca delle appendici ramificate di queste creature potrebbe, comunque, comportare un rischio per la loro incolumità.
Con l’arrivo della primavera, termina la stagione degli amori per il cervo, il capriolo e il daino; in questo periodo dell’anno tali animali perdono i loro palchi per fare spazio a quelli nuovi che cresceranno nella bella stagione. Tuttavia, anche se si tratta di un processo naturale, è importante sapere che le corna non andrebbero mai raccolte.
Recarsi nei boschi o negli habitat naturali dei cervidi è un rischio per gli animali; soprattutto nel periodo in cui è in atto la muta dei loro palchi. A tal proposito esistono delle leggi, anche se non particolarmente diffuse, che evitano quest’attività che, spesso, dunque diventa illegale.
Per tanti appassionati di caccia (ma forse non solo) esibire i palchi di un cervo nella propria casa è praticamente un motivo di vanto. Ma forse, in tanti, non sanno quanto la pratica di raccogliere le corna di questi animali, cadute durante la fine della stagione degli amori, possa comportare gravi rischi per la fauna selvatica. Attorno alle corna di cervo esiste un vero e proprio commercio e, in molti casi, questo è vietato dalla legge. I palchi, appendici ramificate formate da tessuto osseo che si trovano sul capo degli esemplari maschi, servono per difendersi e anche per attrarre le femmine. Terminata la fase dell’accoppiamento questi cadono naturalmente.
Durante primi quattro mesi dell’anno cervi e i cervidi in generale (caprioli, daini) perdono i loro palchi e iniziano il faticoso periodo di ricostruzione delle corna. In questo stesso periodo i cacciatori di palchi si recano negli habitat naturali di questi animali per ‘rubare’ le corna cadute; le appendici, infatti, usate come decorazioni, sono molto ricercate e riescono a fruttare ingenti somme di denaro a chi le raccoglie e poi rivende. Ma le istituzioni e le associazioni animaliste continuano a ribadire quanto sia importante non praticare questa attività.
Come suggerisce Focus, il Colorado Parks & Wildlife, l’ente americano che si occupa di parchi e fauna selvatica in Colorado, indica uno spunto per questa riflessione. Nel Colorado, infatti, dal 2018 esiste una legge che vieta la raccolta di palchi di cervidi dal 1 gennaio al 30 aprile di ogni anno. Anche in Wyoming, così come in altri Stati americani, esistono leggi simili ed altri accordano la collezione solo a chi è dotato di un permesso speciale. Il motivo del divieto nasce dal fatto che raccogliere i palchi può rappresentare un pericolo e grande fonte di stress per il cervo.
Nella stagione in cui perdono le loro corna i cervidi sono particolarmente debilitati; indeboliti dall’inverno, sono costretti a dosare le loro energie mentre cercano di ricostituire le loro riserve. Questi animali sono estremamente delicati e ogni fonte di stress potrebbe divenire, persino, letale per loro; di conseguenza, entrare nel loro territorio in cerca dei palchi li costringe a mettersi al riparo in presenza dell’uomo. Fughe che comportano un grande dispendio di energie; in certi casi, per mettersi al riparo potrebbero, persino, morire di fame. Quindi, per questo è importante non stressarli, soprattutto, in questa fase delicata della loro vita. Anche in Italia esiste una legge che prova a tutelare questa situazione. Attualmente però, si trova solo in Piemonte, dove dal 1996 vige il divieto di raccogliere i palchi tra il 1 gennaio e il 31 marzo. Nel resto d’Italia, purtroppo, questa pratica è invece diffusa con i rischi che comporta.
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