Da uno studio condotto a Singapore sul cibo per gatti è emerso che alcuni alimenti potrebbero contenere tracce di squali in pericolo d’estinzione. Di conseguenza, i proprietari di pets potrebbero, in maniera totalmente ignara, nutrire i loro animali domestici con una specie a rischio.
Una ricerca pubblicata su Frontiers in Marine Science dimostrerebbe che alcuni alimenti per gatti contengono tracce di carne appartenenti alle specie di squali in via d’estinzione. La situazione allarmante potrebbe aver condotto molti proprietari di animali domestici a nutrire, inconsapevolmente, i propri pets con la specie a rischio; questo perché sono state trovate molte etichettature errate.
L’Università di Singapore tiene a sottolineare quanto sia importante rispettare le specie a rischio; attraverso lo studio condotto vuole spiegare quanto sia necessaria una maggiore responsabilità nei processi di approvvigionamento di risorse ittiche.
Proteggere gli squali a rischio estinzione
Sono diverse le specie di squali che rischiano l’estinzione; questo perché si trovano, loro malgrado, coinvolti in diversi fattori che ne minano la sopravvivenza: uno fra tutti il commercio (spesso illegale) delle loro pinne o della loro carne. Il surriscaldamento globale, la pesca intensiva e il traffico marittimo intenso sono altre cause che mettono a rischio molte specie marine; ad esse si aggiunge anche una scarsa responsabilità nell’approvvigionamento di risorse ittiche per scopi alimentari.
Lo studio pubblicato su Frontiers in Marine Science e condotto dai ricercatori dello Yale-NUS College di Singapore vuole dimostrare quanto sia fondamentale tutelare tutte le specie per la sopravvivenza degli ecosistemi. Questa ricerca, nello specifico, avrebbe dimostrato che alcuni cibi per gatti contengono carne di squali in via d’estinzione; utilizzando il codice a barre del Dna gli esperti hanno rivelato una notevole prevalenza di etichettatura errata degli ingredienti.
Lo studio
Come spiega la ricerca gli squali sono indispensabili per il funzionamento di ecosistemi marini; essi, infatti, sono in cima alla catena alimentare oceanica. Ma il crescente commercio di carne di squalo sta mettendo a rischio molte specie; lo studio afferma, a tal proposito che, ogni anno, sono uccisi circa 100 milioni di squali. Un monitoraggio non adeguato e una conseguente scarsa gestione della pesca comporta l’aumento del pericolo per molte specie già vulnerabili.
Gli autori dello studio, Ben Wainwright e Ian French, hanno affermato: “Le popolazioni di squali sono sovrasfruttate in tutto il mondo, con un calo documentato di oltre il 70% negli ultimi 50 anni. Questo è indicativo dell’attuale mancanza di rispetto in cui teniamo i nostri oceani – proseguono i ricercatori – La maggior parte dei proprietari di animali domestici sono probabilmente amanti della natura; e pensiamo che la maggior parte sarebbe allarmata nello scoprire che potrebbero inconsapevolmente contribuire alla pesca eccessiva delle popolazioni di squali“. Per questo l’invito mosso dai ricercato è quello di attivare una maggiore responsabilità nella pesca e nel controllo di quest’ultima.
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