L’Enpa ha confermato l’eccezionalità dell’evento avvenuto nel corso del 2021: nidificazioni di tartarughe da record in molte coste italiane. Ma non solo i nidi, anche le nascite hanno segnato un record incredibile rispetto agli anni precedenti: 2800 esemplari di Caretta Caretta sono ‘salpati’ dalle coste della Campania. Secondo il rapporto stilato dall’Ente Nazionale Protezione Animali, relativo al Progetto Tutela Animali Marini Enpa, 57 nidi da Salerno e Caserta; più del 73% rispetto al 2020.
A monitorare la costa, percorrendo a piedi 1200 km nelle coste del Cilento, i volontari di Enpa, in particolare le Sezioni di Salerno e Caserta. Secondo quanto racconta Roberta Teti, una delle volontarie: “Il monitoraggio è partito dai primi di giugno e si è protratto fino agli inizi di agosto. Ogni mattina all’alba percorrevamo a piedi o con la bicicletta “fatbike” oltre 22 km per individuare le tracce di risalita delle tartarughe marine. Poi trasmettevamo la posizione GPS e l’ampiezza delle tracce al responsabile SZN “A. Dohrn”, supervisore del progetto di tutela della specie“.
Il monitoraggio attento effettuato dai volontari di Enpa ha portato alla scoperta dei nidi e ha permesso di attivare operazione di soccorso, qualora sono risultate necessarie. Roberta Teti spiega infatti: “Per molti nidi è stato necessario effettuare il trasloco; ovvero il trasferimento delle uova dal sito originario ad un punto della stessa spiaggia ritenuto più idoneo. Dal mese di agosto, in corrispondenza della fase di schiusa, insieme ai biologi del SZN Dohrn e in quanto volontari in deroga per la manipolazione degli hatchling, abbiamo coordinato la fase di allestimento dei presidi h24 e assistenza alle schiuse“.
Ogni passaggio è risultato fondamentale affinché ben 2800 esemplari di tartarughe Caretta Caretta potessero vedere la luce. Monitorare il nido, soprattutto di notte è, infatti, importante affinché gli animali riuscissero a trovare con più facilità la strada verso il mare. Conclude la volontaria: “Ad ogni emersione sono stati prelevati i seguenti dati: orario emersione, temperatura della sabbia, peso e dati morfometrici su un campione corrispondente al 30% dei neonati. A distanza di due giorni dall’ultima emersione si è provveduto all’apertura del nido per il conteggio finale delle uova effettivamente schiuse e alla raccolta dei dati relativi agli stadi embrionali di quelle non schiuse“.
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