Un piano alimentare che si adatta ai cani in base all’età e anche alla razza; la dieta YUM arriva dalla Spagna ma sembra essersi diffusa anche in diverse parti del mondo. L’alimentazione prevista da questo programma è naturale e presenta molti benefici, anche se qualcuno tiene a sottolinearne anche i potenziali rischi. L’obiettivo è quello di offrire ai quattro zampe un regime che sia il più vicino possibile a quello che gli animali seguirebbero se fossero allo stato brado.
La dieta YUM pertanto propone di diversificare le abitudini alimentari a partire dalle proteine nobili; quest’ultime (contenute in uova, pesce, carni e formaggi) sono quelle che contengono tutti gli aminoacidi essenziali cioè che non possono essere sintetizzati dall’organismo, dovranno essere naturali al 100% e assunte crude. Alla carne va aggiunta anche una parte di frutta e vegetali e un’altra parte composta da alimenti che possano aggiungere calcio e fermenti lattici attivi (ossa, collo, trippa).
Essendo un regime alimentare che utilizza solo cibo crudo e biologicamente appropriato, la dieta YUM si compone per l’80% di carne e nessun cereale; tuttavia, esistono varianti che prevedono aggiunta di ossa e cereali ancestrali. Se i sostenitori di questo piano alimentare sostengono che soddisfi al 100% il fabbisogno del cane, c’è anche chi mette in evidenza i possibili rischi; lasciando che i quattro zampe consumino solo ed esclusivamente cibo crudo, la scelta della carne è una prima fonte di rischio. Alla carne si associa anche la scelta delle ossa, che non devono essere assolutamente cotte e totalmente prive di carne; inoltre, per evitare il formarsi di agenti patogeni, la carne dovrebbe essere sempre congelata e poi decongelata al momento del bisogno, in maniera naturale e a temperatura ambiente.
Alla luce di quanto detto, se da un lato i sostenitori della dieta YUM ritengono che essa possa evitare i rischi di infiammazione e di allergie dovuti ai cibi commerciali, c’è, dall’altro lato, chi sostiene che la presenza di parassiti nei cibi crudi non sia inevitabile; proprio per questo, tale regime alimentare non è approvato da tutti i veterinari.
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