Molte regioni consentono la preapertura della caccia il 1° settembre: WWF in rivolta

Sono diverse le regioni che dal 1° settembre hanno autorizzato la preapertura della caccia, in attesa dell’apertura ordinaria del 19 settembre. Il WWF, dopo le ondate di calore e gli incendi che hanno devastato interi habitat, aveva chiesto, in sintonia con altre Associazioni ambientaliste e animaliste, di sospendere la caccia; l’appello era rivolto specialmente alle Regioni più colpite nelle quali la fauna è, ancora oggi, fortemente stressata. Tuttavia, l’allarme però non ha indotto a prendere misure immediate per attutire i disastri e diversi governatori regionali hanno dato il loro via libera alla caccia anticipata.

Come si legge sul sito ufficiale del WWF Italia, Dante Caserta, Vicepresidente dell’organizzazione ha dichiarato: “La pratica delle preaperture è una vergogna“; prosegue ancora Caserta: “Queste sono ormai attuate non come eccezione, ma come regola; nonostante i pareri contrari degli organi di indirizzo e controllo in materia e i nostri appelli alla ragionevolezza e al rispetto delle regole europee e internazionali per la tutela di fauna e ambienti selvatici“.

Il WWF intenzionato a procedere per via legali contro la caccia

Secondo il parere del WWF Italia, capita spesso che gli appelli rivolti, anche in situazioni di emergenza come questa, siano ignorati. “I governatori regionali dimenticano che la fauna è patrimonio indisponibile dello Stato, e quindi di tutti noi, e non proprietà di una sempre più ristretta minoranza che si diverte a distruggerla“, sottolinea Dante Caserta. Tra le specie a rischio, per cui è stata autorizzata la caccia, anche la tortora selvatica; un uccello indifeso per il quale l’Italia rappresenta un importante area di passaggio durante le migrazioni tra Europa e Africa.

Per questa ed altre specie, il WWF e altre Associazioni ambientaliste si erano unite al Ministero della Transizione per chiedere la sospensione della caccia; appello totalmente ignorato da alcune Regioni. Dopo gli incendi, il caldo e la siccità, la caccia si presenta come un’ulteriore minaccia alla sopravvivenza di specie migratorie che hanno enormi difficoltà già a reperire il cibo nelle zone gravemente danneggiate. “Per queste ragioni gli “avvocati del Panda”– spiega WWF Italia- e delle altre associazioni stanno lavorando senza sosta per bloccare questa crudele barbarie“. Conclude Caserta: “Contro queste politiche metteremo in campo tutte le azioni possibili. Chiediamo ai cittadini di far sentire la loro voce scrivendo ai propri rappresentanti regionali e appoggiando le attività del WWF nelle varie regioni”.

LEGGI ANCHE: Randagismo, 500mila cani in Italia: incentivare le adozioni anche contro il mercato nero

Impostazioni privacy